Flussi turistici, la nota previsionale dell’Istituto Demoskopika: arrivi e presenze in crescita nel 2023

- di: Barbara Leone
 
Quasi 127 milioni di turisti, oltre 442 milioni i pernottamenti previsti. Effetto positivo anche sulla spesa turistica: stimati ben 89 miliardi di euro, con una crescita del 22,8% rispetto al 2022. Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio: “Orientamenti e tendenze sono più che rilevanti. Si potrebbe registrare il valore più alto dei pernottamenti dal 2010. Adesso è necessaria un’accelerazione della programmazione. Occorre mettere in campo il Piano strategico nazionale per coordinare le misure regionali e valorizzare il potenziale inespresso”. Il 2023 segnerebbe un incremento dei flussi turistici in Italia: oltre 442 milioni di presenze e quasi 127 milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 12,2% e all’11,2% rispetto all’anno precedente. Segnali in ripresa, dunque, per il settore nel Belpaese anche sul versante dell’incoming: a scegliere l’Italia per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri pari a poco meno della metà del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 215 milioni di pernottamenti. Effetto traino anche sulla spesa turistica che, in valore assoluto, sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 22,8% rispetto ai dodici mesi del 2022. Trend positivo dei flussi turistici, infine, in tutti i sistemi turistici regionali osservati. È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast 2023” dell’Istituto Demoskopika che ha stimato i principali indicatori turistici (arrivi, presenze e spesa turistica) per regione elaborando la serie storica dei flussi dal 2010 al 2022.

“Le nostre previsioni – ha dichiarato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – descrivono un andamento in crescita dei flussi turistici più che significativo. Si potrebbe registrare il valore più alto delle presenze dal 2010 ad oggi, con il mercato estero che incrementa le sue scelte di consumo turistico verso la “destinazione Italia”. Adesso però è necessaria un’accelerazione della programmazione. A tal riguardo, occorre conoscere lo stato di avanzamento del Piano strategico nazionale del turismo e, soprattutto, mettere in campo azioni e interventi eventualmente previsti da integrare consapevolmente con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Coordinare le programmazioni regionali e valorizzare il potenziale inespresso deve essere la priorità dell’azione di governo. Trattasi – precisa il presidente dell’istituto di ricerca – di un percorso tanto proficuo quanto necessario, al fine di raggiungere in chiave ottimale alcuni obiettivi specifici funzionali alla centralità delle politiche turistiche nel nostro paese. In particolare, il riferimento è all’incremento della capacità di trattenere quote significative di turisti autoctoni (sovranità turistica), all’innalzamento del livello di internazionalizzazione dei sistemi turistici regionali soprattutto nel Mezzogiorno. E, inoltre, a portare l’indice di stagionalità al livello di molti paesi competitor europei, a differenziare l’offerta dei prodotti turistici italiani in modo funzionale ai consumi, a ridurre la frammentazione istituzionale in materia di programmazione del settore, a innalzare la qualità dell’offerta ricettiva, ad incentivare – conclude Raffaele Rio - la crescita di segmenti turistici meno sviluppati alimentando politiche meno generaliste”. Ben 126,6 milioni sono gli arrivi stimati da Demoskopika per il 2023 che, a loro volta, dovrebbero generare quasi 442,5 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari all’11,2% e al 12,2% rispetto al 2022. Andamento al rialzo ancora più evidente se raffrontato al 2021, ultimo dato disponibile ufficiale dell’Istat per regione: +60,9% per gli arrivi e +53% per le presenze. Tendenza in crescita significativa, dunque, oramai in linea anche con il periodo prepandemico. 

A livello territoriale, - si legge nella nota scientifica di Demoskopika - tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. In particolare, al di sopra della media italiana, nel modello previsionale dell’Istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale dei pernottamenti ben nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige con 52,6 milioni di pernottamenti (+15,4%) e con 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto con 73,3 milioni di presenze (+14,8%) e con 19,1 milioni di arrivi (+11,0%), Marche con 13 milioni di presenze (+13,4%) e con 2,7 milioni di arrivi (+13,8%), Molise con 584 mila presenze (+13,4%) e con 182 mila arrivi (+14,3%), Toscana con 49,8 milioni di presenze (+13,4%) e con 14 milioni di arrivi (+13,5%). E, ancora, Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Sicilia con 15,9 milioni di presenze (+12,7%) e con 4,9 milioni di arrivi (+8,9%), Campania con 20,8 milioni di presenze (+12,3%) e con 5,7 milioni di arrivi (+13,1%) ed Emilia-Romagna con 42,8 milioni di presenze (+12,2%) e con 11,4 milioni di arrivi (+7,4%). A seguire, con una crescita significativa dei flussi turistici, le rimanenti destinazioni regionali: Sardegna con 14,2 milioni di presenze (+11,9%) e con 3 milioni di arrivi (+10,2%), Friuli-Venezia Giulia con 9,6 milioni di presenze (+11,1%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,7%), Lombardia con 38,8 milioni di presenze (+10,6%) e con 15,9 milioni di arrivi (+12,1%), Puglia con 16,3 milioni di presenze (+10,0%) e con 4,1 milioni di arrivi (+10,6%), Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Valle d’Aosta con 3,6 milioni di presenze (+10,0%) e con 1,2 milioni di arrivi (+5,4%), Umbria con 6,4 milioni di presenze (+10,0%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,5%), Calabria con 9,2 milioni di presenze (+8,7%) e con 1,7 milioni di arrivi (+7,5%), Abruzzo con 7,2 milioni di presenze (+7,5%) e con 1,8 milioni di arrivi (+14,0%), Liguria con 16,5 milioni di presenze (+6,3%) e con 5,3 milioni di arrivi (+8,0%), Basilicata con 2,4 milioni di presenze (+4,6%) e con 765 mila arrivi (+14,7%), e, infine, Piemonte con 15,6 milioni di presenze (+4,2%) e con 6,1 milioni di arrivi (+10,0%). Per quanto riguarda la spesa turistica sono stimati 89 miliardi di euro, +22,8% rispetto al 2022. Per il 2023, i flussi turistici in Italia potrebbero generare una spesa turistica pari a 88,7 miliardi di euro con una variazione in crescita del 22,8% rispetto all’anno precedente. L’analisi per livello regionale colloca, in relazione alla variazione percentuale in aumento dell’indicatore osservato, la Basilicata con 457 milioni di euro (+27,7%) rispetto al 2022), il Molise con 117 milioni di euro (+27,2%), l’Abruzzo con 1.142 milioni di euro (+26,8%), le Marche con 1.676 milioni di euro (+26,6%), il Friuli-Venezia Giulia con 1.038 milioni di euro (+26,5%), la Toscana con 14.262 milioni di euro (+26,3%), l’Umbria con 2.137 milioni di euro (+26,3%), la Campania con 5.211 milioni di euro (+25,9%), il Lazio con 9.612 milioni di euro (+25,5%), la Lombardia con 10.308 milioni di euro (+24,8%), il Trentino-Alto Adige con 6.297 milioni di euro (+24,5%). E, ancora, il Veneto con 12.615 milioni di euro (+23,5%), la Puglia con 2.326 milioni di euro (+23,1%), la Sardegna con 3.018 milioni di euro (+22,6%), il Piemonte con 3.269 milioni di euro (+22,5%), la Sicilia con 3.765 milioni di euro (+21,1%), la Liguria con 3.208 milioni di euro (+20,2%), la Calabria con 1.563 milioni di euro (+19,6%), l’Emilia-Romagna con 6.981 milioni di euro (+19,5%) e, infine, la Valle d’Aosta con 624 milioni di euro (+17,2%). 

Le previsioni sono state ottenute applicando alla serie temporale il modello SARIMA (media mobile integrata autoregressiva stagionale) integrato con l’andamento storico degli arrivi e delle presenze per ciascuna destinazione regionale. Si precisa, inoltre, che la stima della spesa turistica riguarda le seguenti voci: servizi ricettivi, servizi di ristorazione, servizi di trasporto (ferroviario, su strada, marittimo, aereo), noleggio mezzi, servizi delle agenzie di viaggio e altri servizi di prenotazione, servizi culturali, servizi sportivi e ricreativi, shopping e altre spese. In particolare, inoltre, per il 2022 e per il 2023 è stata stimata una spesa pro-capite per vacanza rispettivamente pari a 630 euro e a 701 euro. E, ancora, per quanto attiene ai dati relativi al totale delle presenze e degli arrivi del 2022 si è proceduto ad una stima poiché non sono ancora disponibili le statistiche (definitive o provvisorie) dell’Istat per regione e, al momento della redazione della presente nota previsionale, risulta ancora mancante il dato italiano riferito al mese di dicembre. In particolare, è stato possibile reperire i dati sui flussi turistici (arrivi e presenze) del 2022 (definitivi o provvisori) per le seguenti regioni: Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano. Per i rimanenti sistemi turistici regionali è stato applicato il modello di stima utilizzato per le previsioni. Le fonti utilizzate sono state Istat e Banca d’Italia.
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