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Ansia e depressione, il conto cresce: l’Italia corre ai ripari

- di: Bruno Coletta
 
Ansia e depressione, il conto cresce: l’Italia corre ai ripari
Ansia e depressione, il conto cresce: l’Italia corre ai ripari
Un europeo su cinque vive sintomi di sofferenza mentale. In Italia i segnali sono netti: più ricoveri, più accessi al pronto soccorso e un piano da 80 milioni annunciato dal governo. Basterà a colmare i vuoti nei servizi?

Cosa dice l’Ocse

Quasi un europeo su cinque manifesta sintomi da lievi a moderati di ansia o depressione, mentre circa il 3% convive con depressione maggiore e il 5% con disturbi d’ansia generalizzati. La conclusione è netta: intercettare presto e prevenire conviene perché i casi non trattati tendono ad aggravarsi.

L’Italia dopo la pandemia: numeri che non si possono ignorare

Nel nostro Paese poco più del 6% degli adulti riferisce sintomi depressivi; tra gli over 65 la quota sale attorno al 9%. La sofferenza cresce con difficoltà economiche e fragilità sociali.

Tra il 2021 e il 2023 i ricoveri in Psichiatria sono aumentati del 20% e gli atti di autolesionismo rilevati nei Pronto soccorso sono cresciuti del 30%. In parallelo risultano in calo i TSO, segnale coerente con una presa in carico più precoce.

“One Mental Health”: cosa prevede il piano

“Ottanta milioni di euro per la salute mentale”, ha annunciato il ministro Orazio Schillaci, indicando un Piano nazionale 2025-2030 centrato su prevenzione, prossimità e integrazione tra ospedale, territorio, servizi sociali e scuola. “La salute mentale è una priorità e va affrontata in modo sistemico”, ha aggiunto.

Focus specifico sulla fascia 16-25 anni: “Il 75% dei disturbi mentali si manifesta prima dei 25 anni e circa la metà entro i 16”. Lo stigma, ha sottolineato il ministro, “ritarda le diagnosi e spinge all’isolamento”.

Giovani e lavoro: dove si rompe l’equilibrio

I segnali d’allarme sono soprattutto tra adolescenti e giovani adulti: più accessi per autolesionismo, richieste crescenti di supporto e sofferenza legata a studio, precarietà e solitudine digitale. Servono programmi di prevenzione universale a scuola e percorsi rapidi per i primi episodi.

Servizi e personale: luci e ombre

La rete ha retto, ma a macchia di leopardo. Crescono strutture semiresidenziali, psicologi e assistenti sociali; restano carenze nei tecnici della riabilitazione e vuoti di organico. Dove i Dipartimenti hanno investito in presa in carico precoce si osservano meno TSO e esiti migliori.

Che cosa c’è (e che cosa manca) negli 80 milioni

Gli 80 milioni sono un inizio, non la fine del problema. Tre priorità operative:

  • Pronto accesso: valutazione entro 72 ore e linee h24 integrate con 118 e PS.
  • Squadre territoriali multidisciplinari con obiettivi di esito misurabili.
  • Scuola e università: prevenzione evidence-based, sportelli stabili e soluzioni digitali sicure e certificate.

Perché la prevenzione paga

Le evidenze indicano che gli interventi di promozione del benessere e di prevenzione mirata riducono costi sociali e sanitari. Investire presto è più efficace che rincorrere le crisi. 

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