Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions: "Aste immobiliari: nel primo semestre, mancato recupero di oltre 2,6 miliardi"

- di: Daniele Minuti
 
Il Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions ha pubblicato un'analisi relativa alla situazione delle aste immobiliari nel primo semestre del 2022, realizzata grazie al sistema "Auction System". E secondo i dati raccolti, al 30 giugno sono 77.656 gli immobili pubblicati all'asta, per un totale di 110.911 esperimenti d'asta: numeri bassi che sono solo la punta dell'iceberg per quanto riguarda le difficoltà nel settore che l'Italia affronta e affronterà in futuro.

Pubblicata un'analisi è stata realizzata dal Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions

Secondo il report, il valore base d'asta di tutti gli asset pubblicati è di 1.727.639.224,82 euro, con possibilità di partecipazione con offerta minima pari a 1.449.530.516,22 euro (svalutazione di 278 milioni circa), mentre il valore medio dei beni posti in asta è di 143.467,80 euro.

Da sole Lombardia, Sicilia, Campania, Lazio e Toscana raggiungono il 51,01% di pubblicazioni, dato commentato da Mirko Frigerio, Fondatore & Vicepresidente Esecutivo NPLs RE_Solutions e Presidente del Centro Studi AstaSy Analytics (nella foto): "L’enorme numero di pubblicazioni in queste macroregioni consacra ancora, purtroppo, una importante presenza di crediti deteriorati, che sono però ancora totalmente riconducibili agli accadimenti del passato. È, infatti, ancora completamente assente la presenza di esecuzioni e procedure databili ai due anni di Covid".
Dei 77.656 immobili pubblicati all’asta, il 75% è rappresentato da esecuzioni immobiliari, mentre solo il 22% invece è riconducibile a procedure concorsuali,.

Seppur con ritmo non incalzante, aumentano le pubblicazioni per immobili residenziali adibiti ad abitazione principale dopo il biennio di shock pandemico: in questi 6 mesi sono state il 52% le aste pubblicate con questo tipo di oggetto (salita del 5,6% su base annuale) mentre i terreni rimangono stazionari all'11,69%. Le autorimesse in asta occupano l'8,81% delle pubblicazione, mentre uffici, negozi e laboratori pesano per il 7,69%. Capannoni e siti di fabbrica si aggirano attorno al 5,38%, hotel e cantieri rappresentano oltre l'1,3% del totale.

Oltre 10.000 lotti pubblicati sono riconducibili nel 26% dei casi ad aste ante 2002 mentre l'altro 74% sono datate dal 2002 al 2012: "Questo" - spiega Frigerio - "serve per comprendere come la giustizia, che ha da smaltire arretrati importanti, oggi necessiti assolutamente di una lavori di maggior attenzione tra debitore e creditore, al fine di non intasare gli uffici e giungere ad una soluzione più veloce del problema, che spesso è solo dato dalla mancanza di comunicazione tra creditore e debitore stessi".

Gran parte delle esecuzioni ancora incardinate e pubblicate sono datate dal 2017 al 2019, prima del calo nel 2020 e la quasi scomparsa nel 2022, prova che i tempi con cui la giustizia le gestisce sono troppo lunghi. Frigerio ha concluso così: "Vedremo quindi nei prossimi 18 mesi una situazione cha andrà probabilmente a peggiorare, con un aumento di immobili all’asta in progressivo aumento. Occorre individuare tutte quelle azioni a tutela del credito che si differenziano dalla sola attività giudiziale: almeno un terzo delle esecuzioni immobiliari ha la possibilità di trovare un accordo stragiudiziale tra banca e debitore".

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