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Ilva, contestato dai comitati, si dimette il sindaco di Taranto

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ilva, contestato dai comitati, si dimette il sindaco di Taranto

A meno di due mesi dall’elezione, il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha rassegnato le dimissioni denunciando «un clima di inagibilità politica», maturato dopo aspre contestazioni da parte di gruppi ambientalisti contrari all’accordo sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva. La decisione di Bitetti giunge in un momento particolarmente delicato per il futuro dello stabilimento siderurgico e per le relazioni istituzionali tra enti locali e governo.

Ilva, contestato dai comitati, si dimette il sindaco di Taranto

La crisi si è consumata nella serata del 28 luglio al termine di un incontro in Municipio, organizzato proprio in vista del consiglio comunale monotematico fissato per il 30 luglio, che avrebbe dovuto esprimersi sull’intesa raggiunta tra l’esecutivo e Acciaierie d’Italia, proprietaria del sito siderurgico. Durante il confronto con cittadini, associazioni e comitati, Bitetti è stato duramente contestato: diversi manifestanti, alcuni dei quali con il volto coperto, hanno bloccato per alcuni minuti l’androne del Comune, scandendo slogan pesanti e impedendo al sindaco e ai giornalisti di lasciare la sede municipale. Tra le accuse rivolte al primo cittadino e alla Regione Puglia, anche quella di non fare abbastanza per la tutela della salute pubblica, priorità assoluta dei movimenti ambientalisti locali.

Immediata la reazione del sindaco che, nella lettera protocollata al Comune, ha sottolineato l’impossibilità di continuare a svolgere il mandato amministrativo in un contesto così polarizzato e ostile. «Le minacce ricevute impediscono l’esercizio sereno della mia funzione», ha scritto Bitetti, aggiungendo di aver percepito la situazione come ormai non più sostenibile.

La tensione, in realtà, era già alta da settimane. Da un lato il governo, che aveva fissato il cronoprogramma della transizione energetica dello stabilimento siderurgico con un arco temporale di 13 anni; dall’altro, le associazioni ambientaliste che chiedevano interventi più rapidi per porre fine definitivamente all’uso del carbone, considerato la causa principale dei problemi sanitari e ambientali della città ionica. Bitetti aveva manifestato chiaramente disagio di fronte a una tempistica definita «troppo breve» per poter valutare correttamente un progetto così complesso e decisivo per il futuro della città.

Sul fronte politico, le dimissioni del primo cittadino eletto lo scorso 9 giugno alla guida di una coalizione di centrosinistra, sostenuta tra gli altri dal Pd e dal movimento “Con” del governatore pugliese Michele Emiliano, rappresentano un terremoto istituzionale. Bitetti ha ora venti giorni di tempo per confermare o revocare le proprie dimissioni, ma il quadro resta fluido e fortemente incerto.

Le conseguenze operative potrebbero essere rilevanti. Senza un sindaco nel pieno delle proprie funzioni rischia di saltare il consiglio comunale monotematico del 30 luglio, decisivo per dare il via libera all’accordo di decarbonizzazione. Inoltre, è a forte rischio anche la partecipazione del primo cittadino al vertice presso il Ministero delle Imprese previsto il 31 luglio, dove avrebbe dovuto rappresentare la posizione del territorio nella delicata trattativa con il governo.

Le prossime ore saranno cruciali per comprendere se la città riuscirà a superare questa fase di stallo politico, ritrovando una via di dialogo costruttivo, oppure se la crisi si aggraverà ulteriormente, rischiando di compromettere definitivamente l’intesa sulla decarbonizzazione e la stabilità amministrativa di Taranto.

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