La Cisl riempie Piazza Santi Apostoli e alza l’asticella: meno slogan, più tavoli. E sullo sfondo si allarga il derby sindacale con Cgil e Uil.
(Foto: la Segretaria generale della Cisl nazionale, Daniela Fumarola)
Il colpo d’occhio è quello delle giornate “di bandiera”, ma il messaggio vuole essere l’opposto della propaganda: dialogo, concertazione, e un patto che non resti un titolo da convegno.
Dal palco romano, la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola si rivolge direttamente a Giorgia Meloni con una richiesta netta: aprire “una stagione nuova” di confronto per arrivare a un patto sociale su lavoro, crescita e coesione.
Non è solo una piattaforma rivendicativa: è anche una scelta politica di metodo. “Il nostro metodo è il confronto, non il conflitto”, è la linea ribadita in piazza, con un sotto-testo chiarissimo: la Cisl vuole marcare la distanza da chi sceglie lo scontro frontale sulla legge di Bilancio.
E infatti la leader confederale definisce la manifestazione come “piazza della responsabilità”, non una piazza “contro”.
La parola chiave: “Patto della responsabilità”
Il lessico non è casuale. Fumarola parla di un accordo “vero”, di lungo periodo, che metta attorno allo stesso tavolo istituzioni, sindacati, imprese e territori.
L’obiettivo dichiarato è ridurre le fratture e trasformare la concertazione in una “macchina” capace di decidere: tempi chiari, priorità esplicite, risultati misurabili.
La proposta non nasce oggi: la Cisl la porta avanti da mesi e la riaggancia alle aperture registrate dopo il congresso confederale estivo.
Ora, però, la piazza serve a una cosa molto concreta: spingere il governo a tradurre gli impegni in atti, a partire dalla manovra.
Manovra: “Ci sono passi avanti, ma anche buchi”
Nella lettura della Cisl, dentro la legge di Bilancio ci sono misure considerate utili (in particolare sul sostegno al lavoro e a fasce di reddito intermedie), ma il punto politico è ciò che manca.
E Fumarola usa un’espressione che in piazza rimbalza come uno slogan: “un buco clamoroso”.
Il riferimento è al Fondo legato alla legge sulla partecipazione dei lavoratori (tema identitario per il sindacato).
La richiesta è esplicita: rifinanziare il fondo “presto e integralmente”, perché senza risorse la legge rischia di restare un guscio vuoto.
E qui il tono sale: se non arriveranno risposte, la Cisl lascia intendere che la mobilitazione potrà diventare più dura.
Detassazione dei rinnovi: soglia a 38mila e stop ai “pirata”
Nel pacchetto di correzioni alla manovra, la Cisl insiste anche sulla detassazione degli aumenti contrattuali.
La richiesta, per come viene formulata nel dibattito di queste settimane, è doppia:
- alzare la platea, portando la soglia di reddito fino a 38mila euro;
- blindare il perimetro, escludendo gli accordi non rappresentativi e riconoscendo il beneficio solo ai contratti “comparativamente più rappresentativi”.
Su questo dossier entra in scena anche Confcommercio, che spinge per evitare un effetto paradosso:
se il meccanismo resta agganciato a finestre temporali troppo rigide, rischiano di rimanere fuori contratti rinnovati nel 2024 con aumenti erogati successivamente.
L’associazione avverte che così potrebbero essere esclusi oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e dei servizi, con conseguenze su consumi e equità tra categorie.
Scuola, università e ricerca: “Serve ben altro sforzo”
La piattaforma Cisl non si ferma al fisco. Un capitolo viene presentato come strategico e sottodotato: scuola, università e ricerca.
Il ragionamento è lineare: se il patto invocato parla di produttività e crescita, non può lasciare ai margini il fattore “conoscenza”.
Da qui la richiesta di risorse aggiuntive e interventi strutturali, non semplici ritocchi.
Pensioni: minime, flessibilità e Opzione donna
Altro terreno sensibile: pensioni. La Cisl chiede attenzione sia alle minime sia agli strumenti di flessibilità, con un focus particolare su Opzione donna.
Nelle settimane precedenti alla manifestazione, Fumarola aveva già sollecitato un ripristino/correzione dello strumento e un impianto più coerente con la tutela dei percorsi di lavoro femminili, spesso discontinui.
Il non detto che si sente: la frattura con Cgil e Uil
La piazza Cisl arriva in giorni in cui il clima sindacale è elettrico.
Da un lato, lo sciopero generale promosso dalla Cgil contro una manovra giudicata “ingiusta” da diverse strutture confederali.
Dall’altro, la scelta Cisl di non salire sul treno dello sciopero e di scommettere sulla pressione negoziale.
Fumarola riconosce il valore dell’unità, ma con una condizione: si costruisce sui contenuti.
E l’affondo, neppure troppo cifrato, è quello contro la competizione “a chi urla di più”.
Tradotto: la Cisl vuole presentarsi come il sindacato che tratta, ottiene e misura, mentre agli altri lascia la piazza della protesta.
Cosa succede adesso: dal palco ai tavoli
La partita vera inizia ora, perché la richiesta della Cisl non è “solo” più risorse: è un metodo.
Se il governo aprirà un canale di concertazione stabile, la confederazione proverà a incardinare in quel perimetro:
partecipazione, salari e produttività, sicurezza sul lavoro, politiche per l’occupazione (incluse misure mirate a donne e genitori), e un’agenda sociale su pensioni e servizi.
Se invece prevarrà la logica del “prendere o lasciare”, la piazza di Santi Apostoli rischia di diventare l’anticamera di una stagione più nervosa.
Con una differenza: stavolta, a far rumore, potrebbe essere proprio chi oggi rivendica il primato del dialogo.