Astrologia: quando il confine tra scienza e intrattenimento si fa sottile
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

In un’Italia sempre più attenta alla diffusione della conoscenza scientifica, si riaccende il dibattito sull’astrologia e sul suo posto all’interno dei media, del dibattito pubblico e, incredibilmente, talvolta anche nei contesti educativi e istituzionali. L’iniziativa lanciata da alcuni scienziati e divulgatori di "Scienza in Rete", volta a chiedere una chiara distinzione tra scienza e pseudoscienza, ha raccolto attenzione e qualche polemica.
Astrologia: quando il confine tra scienza e intrattenimento si fa sottile
La campagna, accompagnata da una petizione pubblica, invita i firmatari a sottoscrivere un appello per "liberare la società dall’influenza indebita dell’astrologia". Secondo gli organizzatori, il problema non è tanto l’esistenza di questa forma di intrattenimento quanto il rischio che venga confusa con discipline scientifiche o, peggio ancora, utilizzata come strumento decisionale.
Se è vero che da sempre l’uomo cerca di attribuire un senso al cosmo e al proprio destino, negli ultimi decenni l’astrologia è riuscita a conquistare uno spazio rilevante nel panorama culturale, spesso presentandosi come una pratica innocua e persino "spirituale". Ma le cifre raccontano una realtà ben diversa: l’astrologia muove un giro d’affari considerevole, alimentato da applicazioni digitali, consulenze personalizzate e una presenza costante nei palinsesti televisivi e sui social network. Secondo un recente studio, almeno il 37% degli italiani ammette di consultare regolarmente oroscopi, con una tendenza crescente tra i più giovani.
Eppure, ciò che potrebbe sembrare solo un passatempo rischia di scivolare in un territorio insidioso. "L’astrologia non ha alcuna base scientifica", ricorda il fisico Guido Tonelli, tra i firmatari dell’appello. "Il problema nasce quando le sue teorie vengono spacciate come verità scientifiche o, peggio, utilizzate per giustificare scelte personali, lavorative o addirittura politiche".
La proposta di arginare la diffusione dell’astrologia solleva una questione di fondo: come contrastare l’avanzata delle pseudoscienze in un’epoca caratterizzata dall’iperconnessione e dalla sovrabbondanza di informazioni? Per molti, il successo di pratiche come l’astrologia è il sintomo di un problema culturale più ampio: il progressivo indebolimento dell’educazione scientifica e la difficoltà di distinguere il metodo sperimentale dalle narrazioni prive di fondamento.
Non mancano, tuttavia, le voci critiche. Alcuni commentatori ritengono che la battaglia contro l’astrologia rischi di apparire come un elitismo intellettuale o, peggio, come un attacco alla libertà individuale. "Se qualcuno trova conforto leggendo un oroscopo, perché demonizzarlo?", si chiede un noto opinionista. Ma il punto sollevato dagli scienziati è un altro: non si tratta di vietare l’astrologia, bensì di impedirne la confusione con pratiche che hanno una legittimità scientifica.
La strada indicata dagli esperti non passa per la censura, ma per l’educazione.