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Baglioni e “La vita è adesso”: parte da Lampedusa il Grand Tour dei 40 anni, ma il ritiro sarà a tappe

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Baglioni e “La vita è adesso”: parte da Lampedusa il Grand Tour dei 40 anni, ma il ritiro sarà a tappe

Claudio Baglioni riparte da dove ha lasciato un segno profondo: Lampedusa. L’isola che ha ospitato per dieci anni il festival O’ Scià torna ad accogliere il cantautore per l’apertura del “Grand Tour La vita è adesso”, in programma il 27 settembre con un concerto gratuito. Non è una scelta casuale: “Volevo partire da un luogo che ha una sua intensità e che ha bisogno di attenzione, non da una capitale della musica o da una grande arena. Lampedusa è bellezza e dolore insieme, e racconta molto anche di me”. Baglioni torna così nel luogo in cui ha saldato musica, impegno e testimonianza civile, aprendo un percorso che attraverserà l’Italia per celebrare i 40 anni del suo album più iconico.

Baglioni e “La vita è adesso”: parte da Lampedusa il Grand Tour dei 40 anni, ma il ritiro sarà a tappe

Pubblicato nel maggio 1985, “La vita è adesso” resta a oggi l’album più venduto della discografia italiana: 4 milioni e mezzo di copie, nove mesi consecutivi in vetta alle classifiche e un’impronta rimasta incisa nella memoria collettiva. A 40 anni di distanza, Baglioni lo ricanta e lo riarrangia nel progetto “La vita è adesso – Il sogno è sempre”, che ha visto la luce in studio con una nuova formazione di 21 musicisti e coristi. “Non è un restauro nostalgico – ha detto – ma un nuovo scatto d’autore su un album che continua a vivere anche oggi”. La tracklist rimane fedele all’originale, ma la rilettura è totale: nuove atmosfere, nuove sfumature emotive, un lavoro artigianale per restituire il senso di un’opera senza tempo.

Un tour di 40 date e una carriera che si chiude
Il Grand Tour si svolgerà tra giugno e settembre 2026 e toccherà i luoghi più suggestivi dello scenario italiano, dalle arene storiche ai parchi naturali. Baglioni interpreterà per la prima volta l’intero album dal vivo, accompagnato dalla stessa formazione che ha lavorato alla nuova versione in studio. A questi brani si aggiungeranno le canzoni che hanno costruito il suo successo: “Sabato pomeriggio”, “Questo piccolo grande amore”, “Strada facendo”. Sarà una celebrazione, ma anche una forma di congedo. Già nel 2024, infatti, Baglioni aveva annunciato che il 2026 sarebbe stato l’anno del suo ritiro dalle scene. Ora lo conferma, ma con una nota di cautela: “Appena ho detto che mi fermavo, mi è sembrata una pazzia. Ma poi ho pensato: meglio così, meglio scegliere come incorniciare la propria storia”. Non sarà un addio brusco, ma un’uscita di scena per gradi, con stile.

La musica di oggi e il senso del tempo

Nell’intervista che accompagna il lancio del progetto, Baglioni riflette su come è cambiata la società: “Ogni epoca ha i suoi artisti, ma oggi mi sembra che ci sia meno fermento, meno interesse umano profondo. Forse siamo diventati spettatori disattenti”. Parole che raccontano il punto di vista di un artista che ha sempre cercato il contatto autentico con le persone e con il tempo che scorre. “Ho cercato di raccontare la vita, non solo la mia, ma quella di tutti. Se oggi mi accorgo che c’è meno vita nei racconti, è perché manca qualcosa nella società stessa”.

Il futuro: idee, spunti, e forse nuovi brani
Nonostante l’annunciato ritiro, Baglioni non chiude alla possibilità di nuove canzoni: “Ho da parte almeno 2.000 spunti, scritti, abbozzati, registrati. Non so se diventeranno un disco, ma la musica non la si spegne con un bottone”. Un’affermazione che lascia aperto uno spiraglio, anche perché il percorso creativo di un artista non si arresta mai del tutto. “Non voglio essere ingombrante – ha detto – ma nemmeno assente. È giusto lasciare spazio, ma anche restare in ascolto”.

Un addio lento e generoso
Il Grand Tour, dunque, non è solo un giro d’onore, ma un atto di generosità verso il pubblico. Baglioni non ha mai interrotto il dialogo con chi lo ha seguito per decenni, e oggi lo rinnova con una forma che è al tempo stesso celebrazione, congedo e restituzione. Lampedusa diventa simbolicamente il punto di partenza di un viaggio che si concluderà nel 2026, ma che continuerà a risuonare nella memoria. Perché “la vita è adesso”, certo, ma anche il sogno è sempre.

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