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Banco BPM aumenta offerta per Anima Holding tra tensioni con UniCredit

- di: Jole Rosati
 
Banco BPM aumenta offerta per Anima Holding tra tensioni con UniCredit
Banco BPM (nella foto Giuseppe Castagna, AD) ha deciso di aumentare il prezzo dell’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) su Anima Holding da 6,2 a 7 euro per azione, mossa che sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea degli azionisti convocata per oggi, 28 febbraio. Questa decisione mira a consolidare la posizione di Banco BPM nel settore del risparmio gestito, in un contesto di crescente competizione e pressioni per la consolidazione.

Strategia di espansione e dettagli dell’offerta
L’incremento dell’offerta è stato accompagnato da impegni di adesione da parte di Poste Italiane e del Fondo Strategico Italiano (FSI), che insieme detengono il 21% del capitale di Anima. Questi impegni permetterebbero a Banco BPM di aumentare la propria partecipazione in Anima al 43%, rispetto al 22% attualmente posseduto. L’obiettivo dichiarato è raggiungere almeno il 45% più un’azione del capitale sociale di Anima, soglia ritenuta sufficiente per attuare i piani strategici previsti. 
L’operazione su Anima è parte integrante della strategia di Banco BPM per diversificare le proprie fonti di reddito, riducendo la dipendenza dai margini di interesse in un periodo di tassi in calo. Il piano industriale aggiornato prevede utili netti cumulati superiori a 7,7 miliardi di euro nel periodo 2024-2027 e una remunerazione complessiva per gli azionisti superiore a 7 miliardi di euro, di cui oltre 6 miliardi garantiti indipendentemente dall’esito dell’acquisizione di Anima. 

Il ruolo del ‘Danish Compromise’ e l’incertezza regolamentare
Un elemento cruciale per il successo dell’operazione è l’applicazione del ‘Danish Compromise’, una normativa europea che consente alle banche di ponderare il rischio delle partecipazioni in compagnie assicurative anziché dedurle interamente dal capitale regolamentare. L’applicazione di questa norma ridurrebbe l’impatto dell’acquisizione di Anima sul coefficiente patrimoniale CET1 di Banco BPM. Tuttavia, la Banca Centrale Europea ha dichiarato che valuterà l’applicazione del ‘Danish Compromise’ caso per caso, creando incertezza sull’effettiva concessione di questo beneficio. 

La risposta di UniCredit e le implicazioni per il settore bancario italiano
Parallelamente, UniCredit ha lanciato un’offerta non sollecitata da 10 miliardi di euro per acquisire Banco BPM, condizionata al mantenimento dei termini dell’offerta di Banco BPM su Anima. UniCredit ha avvertito che potrebbe ritirare la sua proposta se l’assemblea degli azionisti di Banco BPM dovesse approvare l’aumento del prezzo dell’OPA su Anima. 
Questa serie di operazioni riflette un più ampio movimento di consolidamento nel settore bancario italiano, con istituti che cercano di rafforzare le proprie posizioni attraverso acquisizioni strategiche e alleanze. La competizione per il controllo di Anima e le tensioni tra Banco BPM e UniCredit potrebbero avere implicazioni significative per l’assetto futuro del settore finanziario italiano.

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