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Asia in rally, oro da record: la fuga dal dollaro infiamma i mercati

- di: Matteo Borrelli
 
Asia in rally, oro da record: la fuga dal dollaro infiamma i mercati
Le Borse corrono, l’oro brilla e il dollaro cede: l’Asia si scrolla di dosso i timori globali.
Tokyo, Shanghai e Hong Kong chiudono in rialzo. Mumbai e Seul in territorio positivo. L’oro sfonda nuovi massimi, il dollaro arretra mentre tornano i capitali sui mercati emergenti. Ma la tregua è fragile: pesano ancora i dazi di Trump e l’incertezza globale.

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Asia positiva, ma con il fiato sospeso
Le principali piazze finanziarie asiatiche hanno aperto la giornata del 17 aprile 2025 con una fiammata di ottimismo, sostenute dalla domanda di asset rifugio e dal rafforzamento di alcune valute locali contro il dollaro. Ma sotto la superficie resta la tensione: le manovre protezionistiche di Donald Trump, le incertezze sui tassi d’interesse e la corsa all’oro fotografano un’Asia che corre con un occhio sempre puntato sui radar di Washington.

Tutte le Borse asiatiche in dettaglio
Tokyo (Nikkei 225): +1,09% a 34.291,57 punti. A trainare la Borsa giapponese è stato il comparto tech e il rinnovato ottimismo sui colloqui commerciali USA-Giappone.
Hong Kong (Hang Seng): +1,62% a 21.398,89 punti. Rimbalzo deciso guidato dai colossi digitali cinesi e dagli acquisti esteri.
Shanghai (SSE Composite): +0,21% a 3.282,82 punti. Rialzo contenuto, frenato dai timori legati alle restrizioni immobiliari interne.
Seoul (Kospi): +0,41% in chiusura, trainato da Samsung e dai titoli legati all’export.
Mumbai (BSE Sensex): +0,08% a 77.013,71 punti. Bene energia e finanza, in flessione l’IT.
Sydney (S&P/ASX 200): +0,18%, sostenuta dalle materie prime e dai bancari.

Valute: il dollaro barcolla, salgono euro, yen e rupia
Il dollaro USA continua a perdere terreno. Lo yen giapponese si rafforza toccando quota 146,10, mentre l’euro resta stabile a 1,083. La rupia indiana sale leggermente a 85,53 sul dollaro, grazie agli afflussi netti nei mercati azionari locali. Gli operatori leggono questo movimento come un segnale di rotazione verso le economie emergenti più solide.
Le tensioni commerciali con l’Europa e l’Asia stanno minando la fiducia globale nel dollaro come valuta di riserva”, ha dichiarato Paul Donovan, capo economista di UBS, in un’intervista alla CNBC.

Oro superstar, petrolio in retromarcia
L’oro ha toccato un nuovo record storico a 3.357,40 dollari l’oncia, prima di ritracciare leggermente a 3.338,81. Si tratta di un segnale chiarissimo: gli investitori stanno proteggendo i portafogli in vista di nuove turbolenze globali.
“È il classico segnale che precede uno shock: quando l’oro corre mentre i tassi reali calano, qualcosa si muove sotto la superficie”, ha spiegato Bart Melek, analista di TD Securities, al Financial Times.
In calo invece il petrolio Brent, che si attesta a 66,3 dollari al barile. Goldman Sachs prevede prezzi deboli fino al 2026, complice l’eccesso di offerta da parte dell’OPEC+ e il rallentamento industriale in Europa e Stati Uniti.

Powell avverte, Trump esulta
Il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato: “Le tariffe imposte recentemente potrebbero rallentare la crescita economica e aumentare l’inflazione. La nostra politica monetaria rimarrà prudente in attesa di ulteriori dati”.
Completamente diversa la narrazione offerta da Donald Trump, che in un comizio in Ohio ha detto: “I colloqui con il Giappone stanno facendo grandi progressi. Stiamo mettendo l’America al primo posto, sempre”.

L’illusione dell’euforia?
Le Borse asiatiche corrono, l’oro vola, e le valute emergenti si rafforzano. Ma l’apparente euforia potrebbe essere solo una tregua apparente. La volatilità resta elevata, e i mercati sembrano più reattivi agli shock che mai. Se il dollaro continuerà a perdere centralità, il contraccolpo per l’economia globale potrebbe essere più profondo di quanto oggi si percepisca.

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