I rendimenti tornano a correre, tra sollievo globale dazi e sguardi puntati su Bce e prossime aste del Tesoro.
Il 23 luglio 2025 segna una svolta per i titoli di Stato italiani: il rendimento dei BTP decennali ha risalito la china, toccando il 3,49 %, dopo un calo durato due giorni. Il risultato? Una reazione concreta alla recente intesa commerciale tra Stati Uniti e Giappone, che ha ridato fiato ai mercati, incrementando l’appetito per i rendimenti italiani.
I mercati respirano: dal Giappone all’Italia
L’acquisto massiccio di titoli – incentivato dall'accordo commerciale – ha favorito la ripresa del rendimento italiano a circa 3,5 %, interrompendo una serie di ribassi iniziata alcuni giorni fa. Il flusso di mercato rialzista riflette il sollievo dagli scenari di dazi su scala globale, con il sentiment che si sposta verso un “risk-on” nei bond periferici dell’eurozona.
Spread sotto i riflettori: meno paura, più strategia
Lo spread tra BTP e Bund – inferiore ai 100 punti base – non è più il diverbio ossessivo di un tempo. Alcuni osservatori citano la decisione tedesca di rafforzare le proprie emissioni per infrastrutture, che ha spinto in alto anche i Bund, portando il differenziale italiano a livelli più contenuti.
“Il focus deve spostarsi non sullo spread, ma sui rendimenti assoluti, che determinano il vero costo del debito pubblico italiano”, ha sottolineato l’economista Tito Boeri.
Sentiment e aspettative: tra Bce, trade e aste
L’attenzione si sposta ora su due fronti:
- Eurotower al centro: la Banca Centrale Europea riunisce i suoi membri nella giornata di giovedì. Previsto un monito alla stabilità dei tassi, grazie a un'economia ancora fragile, euro robusto e persistente bassa inflazione.
- Calendario delle aste italiane: il Tesoro lancerà entro Q3 nuovi BTP triennali, settennali e decennali, per un valore compreso tra 9–10 miliardi di euro a titolo. Già a inizio aprile, le aste avevano toccato minimi plurimensili con rendimenti sui 3,62 % sui decennali.
Domanda globale in crescita
Il collocamento di titoli, sia tradizionali che green, registra un buon riscontro: la richiesta per l'emissione sindacata del 4 giugno ha raggiunto i 214 miliardi di euro, decisamente superiore alla media ordinaria.
Questo rispecchia un crescente interesse internazionale verso i BTP, favorito da un’Italia che sta arginando il deficit e godendo di un quadro politico stabile.
Volatilità in vista?
Non manca chi mantiene la guardia alta. Gli spread, benché ora stabilizzati, restano sensibili alla volatilità politica e monetaria. Alcuni esperti avvertono che “il minimo errore politico può risultare costoso”, soprattutto in un clima globale mutevole.
Inoltre, non mancano incognite: i dazi Usa‑UE in vista dell’1 agosto e le possibili tensioni tra Eurovisioni e Usa potrebbero innescare nuove fasi di risk-off.
Il quadro
Il rendimento al 3,5 % riflette un tentativo di equilibrio: abbastanza alto da rendere appetibile il debito italiano, ma contenuto rispetto ai picchi pre-pandemici.
L’intesa Usa‑Giappone ha avuto un impatto positivo, attenuando i timori sui dazi globali.
Focus spostato su Bce e aste del Tesoro, in attesa della reazione dei tassi e del comportamento degli investitori nelle prossime emissioni.
Politica e finanza in sinergia: la stabilità e la credibilità dell’Italia risultano centrali per consolidare queste performance future.
In conclusione, quello di oggi non è solo un rimbalzo tecnico: è un test sul sentiment, un timido segnale che, in un contesto globale incerto, anche i BTP possono brillare – a patto di navigare con oculatezza tra scelte politiche, mosse monetarie e mercati internazionali.