• FAM 850 1
  • 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

Censis: Sette donne su dieci hanno paura di rientrare a casa da sole la sera

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Censis: Sette donne su dieci hanno paura di rientrare a casa da sole la sera

Sette donne su dieci. È questa la cifra che, tra tutte, colpisce di più nel nuovo rapporto Univ-Censis. Una percentuale altissima, che racconta una realtà diffusa e persistente: per la maggioranza delle donne italiane, il semplice atto di rientrare a casa dopo il tramonto è vissuto con ansia, paura, tensione. Non si tratta di allarmismo, ma di percezioni radicate in esperienze reali. Ogni sera, per milioni di cittadine, il tragitto tra l’ufficio e l’abitazione, tra una cena con amiche e il portone di casa, non è un momento di libertà, ma un’operazione da pianificare con attenzione.

Censis: Sette donne su dieci hanno paura di rientrare a casa da sole la sera

Le donne non camminano mai “a caso”. Evitano i vicoli, scelgono percorsi più lunghi ma più illuminati, avvertono un’amica quando stanno per uscire, tengono le chiavi in mano. Sono strategie che conoscono da sempre, tramandate con naturalezza da madre a figlia, e che non servono a creare allarmismo, ma a sopravvivere. Questa percezione, secondo l’indagine, è cresciuta negli ultimi cinque anni: l’83% delle intervistate dichiara che oggi, rispetto al passato, girare da sole per strada è più pericoloso. Un dato che interroga profondamente la società, ben oltre le statistiche sulla criminalità.

Numeri che raccontano esperienze, non solo reati
Il 25% delle donne ha dichiarato di aver subito almeno una molestia sessuale nella vita. Il 29% è stata seguita da uno sconosciuto, e il 23% è stata vittima di uno scippo o borseggio. Ma questi numeri – già gravi – non riescono a restituire il senso più profondo del disagio: non sono solo i reati a pesare, ma l’aspettativa del pericolo, il sospetto, la sorveglianza costante del proprio corpo. È un tipo di violenza che non ha bisogno del gesto per ferire. Basta il rischio. Basta l’idea che “potrebbe accadere”.

Un’Italia divisa in due tra chi teme e chi non capisce
Il problema è anche generazionale e culturale. Spesso, chi non vive questa sensazione tende a minimizzare. Gli uomini – che raramente devono porsi il problema di come rientrare a casa senza paura – faticano a comprendere quanto la libertà di movimento femminile sia limitata. Non per legge, ma per condizione. Non per divieti scritti, ma per un reticolo di non detti, occhi addosso, precedenti inquietanti. È un’Italia divisa: da una parte chi si sente al sicuro per default, dall’altra chi ogni sera si domanda se quella strada sia troppo isolata, quel tratto troppo buio, quell’uomo troppo vicino.

La città, il buio e la responsabilità delle istituzioni
Il senso di insicurezza notturna è legato anche alla condizione delle città: illuminazione carente, mezzi pubblici non presidiati, stazioni deserte, percorsi pedonali poco curati. Sono elementi che vanno ben oltre l’estetica urbana. Sono indicatori di presenza – o assenza – dello Stato. Una strada ben illuminata non è solo una questione tecnica: è una dichiarazione di attenzione. È un modo per dire: qui puoi camminare. Qui non sei sola. Le politiche urbane devono partire da qui, da questa quotidianità che troppe donne vivono con disagio.

Non basta dire “abbiamo ascoltato”
La politica, a ogni ondata di femminicidi, dichiara che “serve fare di più”. Ma l’insicurezza non si combatte solo con i numeri della repressione. Richiede formazione nelle scuole, campagne di comunicazione, educazione al rispetto, ma anche gesti concreti: telecamere, pattuglie, progetti di quartiere, trasporti notturni sicuri. Il rispetto non può restare parola astratta. Deve diventare politica concreta. E la sicurezza – quella vera, quella percepita – è parte essenziale del diritto di essere cittadini.

La paura come costante, non come eccezione
Il dato che emerge dal Censis è chiaro: la paura non è l’eccezione, è la regola. È una condizione che accompagna la vita di milioni di donne, spesso senza che nessuno se ne accorga. E non basta dire “è sempre stato così”. Perché proprio questo è il problema: che sia sempre stato così. E che continui a esserlo.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 40 record
Pagina
6
03/07/2025
Cani e gatti sotto il sole, come proteggerli dal caldo estremo: i consigli per affrontare l’estate in città
Le alte temperature non risparmiano nessuno, nemmeno i nostri compagni a quattro zampe
03/07/2025
Caldo mortale, l’Italia soffoca: due vittime in spiaggia e allarme rosso in 20 città
Il caldo torrido che sta attraversando l’Italia e l’Europa ha fatto le sue prime vittime d...
03/07/2025
L’analisi/ Trump ferma le armi a Kiev, Putin ringrazia e rilancia
Stop ai missili Patriot all’Ucraina: Trump volta le spalle a Kiev, Mosca esulta. Pyongyang...
02/07/2025
Università o fuga all’estero? La scelta che divide la Gen Z
Sempre più giovani italiani scelgono di studiare all’estero: cosa cercano, perché partono ...
02/07/2025
Gli eroi di Aspi in corsa con il Giro: sicurezza da prima linea
Da 14 anni Autostrade per l’Italia e Polizia Stradale premiano chi salva vite sulle nostre...
02/07/2025
Musica, cinema e stelle cadenti: così l’estate esplode di emozione
Concerti open air, cinema sotto le stelle e meteore: scopri come vivere un’estate 2025 int...
Trovati 40 record
Pagina
6
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25