Cina flagellata da blackout: timori per andamento economia

- di: Redazione
 
Nell'ultimo mese, e soprattutto nelle ultime due settimane, fino a 21 delle 31 province della Cina continentale sono state costrette ad adottare forme di razionamento dell'elettricità per le loro industrie o consumatori, nel timore che i blackout possano avere un grave impatto sulla seconda economia mondiale, che vive tempi incerti per il suo settore immobiliare.

Non è la prima volta che problemi di approvvigionamento costringono in qualche modo a razionare l'elettricità in qualche regione della Cina. Ma se è cosa normale tagliare il flusso alle industrie, è certamente meno frequente che i tagli raggiungano il consumatore o che si estendano su un territorio così vasto.

La Cina ha visto un forte aumento della domanda di energia elettrica, alimentata da un settore industriale e manifatturiero che marcia a ritmi elevati per soddisfare gli ordini sia interni che esteri, a seguito della ripresa dopo la pandemia di coronavirus. Ci sono altri dati che definiscono con maggiore chiarezza il quadro. Come il fatto che, nei primi otto mesi del 2021, la produzione industriale a valore aggiunto è cresciuta del 13,1% su base annua e la domanda di energia elettrica è aumentata del 13,8%, a fronte di un produzione di carbone che invece è aumentata solo del 4,4%.

Cina colpita da blackout: rischi anche per l'economia

C'è poi da aggiungere che alle autorità locali viene chiesto di contribuire fattivamente, con il rispetto di obiettivi annuali di riduzione dei consumi energetici, a raggiungere i livello di contenimento delle emissioni che dovrebbe culminare, nel 2060, con la neutralità carbonica.
Obiettivi che, secondo un rapporto della Commissione nazionale per la riforma e lo sviluppo, solo poche province hanno raggiunto. Ma rendere complessa la situazione è la carenza di carbone termico, che ha fatto schizzare i prezzi delle materie prime sia locali che d'importazione. Il combustibile fossile dell'Australia ha visto, rispetto allo scorso anno, un aumento del prezzo del 205%; quello indonesiano oggi costa addirittura fino al 233 per cento in più in meno d'un anno. Cosa che ha addirittura costretto alla chiusura di alcune centrali elettriche alimentate a carbone perché anti-economiche.

Ma ci sono altre circostanze che concorrono a questa situazione di incertezza. Alcune miniere hanno interrotto la produzione dopo incidenti che costretto a elevare gli standard di sicurezza sul lavoro; le richieste di espansione della produzione devono oggi sottostare a procedure più rigorose, che hanno allungato i tempi per le relative concessioni; in alcune società minerarie della Mongolia interna, una delle province estrattive più importanti, sono emersi gravi casi di corruzione.

Ma anche le elevate temperature nella stagione estiva in alcune province meridionali hanno causato un sensibile aumento della richiesta di energia elettrica per alimentare i condizionatori, mentre al nord è già partita la corsa all'acquisto di carbone per il riscaldamento in vista dell'arrivo dei freddi mesi invernali. I timori per gli effetti dei blackout sull'economia ieri hanno trascinato in ribasso i mercati azionari cinesi, con Shanghai che ha ceduto l'1,8%. Nei giorni precedenti, le interruzioni di corrente avevano indotto sia Goldman Sachs che Nomura ad abbassare le loro previsioni di crescita per quest'anno per l'economia cinese, che fino ad ora sono rimaste all'8,2%. La banca d'affari statunitense li ha abbassati al 7,8%; il gruppo giapponese di servizi finanziari, al 7,7%.
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