Il gruppo bancario francese consolida la sua presenza nel mercato italiano, mentre UniCredit prosegue nella sua strategia di espansione con offerte mirate. Il risiko bancario entra nel vivo.
Crédit Agricole chiude un anno da record e supera le previsioni
Crédit Agricole SA ha registrato un forte incremento dell’utile nel quarto trimestre del 2024, con un aumento del 27% che ha portato il risultato netto a 1,69 miliardi di euro. Il dato ha superato le previsioni degli analisti, che si attendevano un utile di 1,32 miliardi di euro. I ricavi del gruppo sono cresciuti del 17% a 7,1 miliardi di euro, grazie in particolare alle performance del settore assicurativo e della gestione patrimoniale, trainate dalla controllata Amundi.
Meno brillante, ma comunque positiva, la performance dell’investment banking, che ha visto un incremento del 7,7% nelle vendite. Complessivamente, nel 2024 l’utile netto ha superato i 7,1 miliardi di euro, consentendo alla banca di raggiungere con un anno di anticipo gli obiettivi fissati per il 2025. Il ritorno sul capitale tangibile ha superato il 12% e il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo di 1,10 euro per azione, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente.
Espansione strategica in Italia: Banco BPM nel mirino
L’Italia si conferma un mercato cruciale per Crédit Agricole, che continua ad aumentare la sua esposizione nel sistema bancario nazionale. Nel dicembre 2024, il gruppo francese ha rafforzato la sua presenza in Banco BPM, incrementando la sua partecipazione attraverso strumenti derivati fino al 15,1% e richiedendo l’autorizzazione della Banca Centrale Europea per salire fino al 19,99%. Questo investimento, seppur significativo, non implica un’Opa totale sul gruppo italiano, come ha confermato il management della banca francese, che ha dichiarato di voler mantenere una strategia da "investitore stabile e partner commerciale di lungo periodo”.
I vertii di Crédit Agricole hanno commentato la strategia del gruppo in Italia sottolineando: “La nostra unica motivazione è difendere i nostri interessi, non siamo di parte".
La posizione di Crédit Agricole nel sistema bancario italiano è solida: il gruppo è già il primo azionista di Banco BPM e ha accordi commerciali con l’istituto milanese. Inoltre, attraverso Amundi vanta una partnership strategica con UniCredit nel settore della gestione del risparmio, un’alleanza che scadrà nel 2027 e su cui sono in corso discussioni.
UniCredit accelera su Banco BPM e guarda a Commerzbank
Mentre Crédit Agricole rafforza la sua posizione in Banco BPM, UniCredit sta portando avanti la sua offensiva sullo stesso istituto. Nel novembre 2024, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto da 10,1 miliardi di euro per Banco BPM, con l’obiettivo di consolidare ulteriormente il suo peso nel settore bancario italiano. Tuttavia, l’offerta è stata respinta dal consiglio di amministrazione di Banco BPM, che ha giudicato il valore proposto insufficiente e ha espresso preoccupazioni per i possibili impatti occupazionali derivanti dalle sinergie previste dall’operazione.
Ma l’espansione di UniCredit non si ferma all’Italia. Il gruppo sta portando avanti una trattativa per acquisire una quota rilevante di Commerzbank, una delle principali banche tedesche. In una nota interna indirizzata al personale della controllata tedesca HypoVereinsbank, Orcel ha cercato di rassicurare i dipendenti sulle conseguenze di un’eventuale fusione: "L’acquisizione avrebbe un impatto potenziale su Hvb solo nel medio termine, con una combinazione che sarebbe molto più ‘morbida’ di quanto molti si aspettano".
Il risiko bancario entra nel vivo
L’intensa competizione tra Crédit Agricole e UniCredit evidenzia la crescente pressione per il consolidamento bancario in Italia e in Europa. La stabilità finanziaria di Crédit Agricole e la sua capacità di investire strategicamente nel mercato italiano le consentono di rafforzare il suo ruolo senza necessità di operazioni ostili. Dall’altro lato, UniCredit punta ad acquisizioni di peso per rafforzare la sua posizione non solo in Italia, ma anche in Germania, dove la possibile fusione con Commerzbank potrebbe segnare una svolta significativa nel panorama bancario europeo.
La partita è ancora aperta, e nei prossimi mesi potrebbero emergere nuovi scenari destinati a ridisegnare l’assetto del settore finanziario.
(Nella foto il Ceo di Crédit Agricole, Philippe Brassac)