Banche generano dividendi per 1,4 mld, patrimonio cresce e sostegno al sociale tocca nuovi vertici.
Nel 2024 le Fondazioni di origine bancaria hanno beneficiato di una straordinaria ondata di ricavi: i dividendi da partecipazioni in banche hanno toccato quota 1.403,2 milioni di euro, su un totale di 2.163,4 mld, in crescita del +42,1% rispetto all’anno precedente.
Questo risultato è stato trainato non solo dai proventi bancari ma anche da strumenti finanziari (538,6 mln, +18,5%) e gestioni patrimoniali (86,1 mln, +2,9%), alimentando un bilancio in piena salute per le Fondazioni.
Patrimonio e redditività in ascesa
A fine 2024 il patrimonio contabile ammontava a 42,519 mld, con un +3,2% rispetto al 2023, mentre l’attivo totale superava i 50,8 mld (+4,7%).
La redditività lorda del patrimonio ha raggiunto il 6,8% (dal 4,9% del 2023) e l’avanzo di esercizio è salito a 2,098 mld, con un incremento del +59,7% anno su anno.
Record di erogazioni sul territorio
Grazie a questi incassi straordinari, le Fondazioni hanno distribuito 1,0927 mld di euro, segnando un +4,3% e il record degli ultimi 14 anni. Sono stati finanziati oltre 22.299 progetti, con un'erogazione media di 49.000 € ciascuno.
Le erogazioni si sono concentrate in:
- Arte, attività e beni culturali: 256,5 mln (23,5%)
- Volontariato, filantropia e beneficenza: 177,8 mln (16,3%)
- Ricerca e sviluppo: 131,2 mln (12%)
- Educazione e formazione: 123,6 mln (11,3%)
- Altri ambiti: sviluppo locale, assistenza sociale, salute pubblica, lotta alla povertà educativa
Povertà educativa e digitale
Spicca l’impegno nel contrasto alla povertà educativa: in nove anni sono stati investiti circa 795 mln, con 479 mln solo nel 2024, sostenendo 808 iniziative e coinvolgendo 500.000 minorenni svantaggiati.
Analogamente, il Fondo per la Repubblica Digitale, finanziato con 191 mln, ha lanciato 7 bandi e cofinanziato 108 progetti per un valore di 54 mln, destinati a 33.000 – 44.000 beneficiari con competenze digitali rafforzate.
Posizionamento finanziario e rischio vendita
Al 31 dicembre 2024, l’85% delle Fondazioni deteneva meno del 5% delle partecipazioni nelle banche conferitarie. 40 enti non possedevano alcuna quota, 32 erano sotto il 5%, 9 tra il 5% e il 50%, e 4 oltre il 50% per deroga normativa.
Il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, ha dichiarato: “Siamo soci pazienti ma non indifferenti”, sottolineando l’interesse, pur minoritario, nei destini delle banche.
Tuttavia, il recente rialzo delle quotazioni azionarie esercita una pressione crescente. Le norme del Mef prevedono l’obbligo di dismissione, sebbene sia in corso una revisione normativa per introdurre maggiore flessibilità.
La gestione prudente
Nonostante la pressione fiscale – imposte per 355 mln € – le Fondazioni hanno beneficiato dello sconto al 50% sui dividendi previsto dalla legge n.178/2020, con un risparmio stimato in 244 mln, destinato a incrementare le riserve per l’attività istituzionale.
Gli oneri operativi sono diminuiti a 270,7 mln (da 316), mentre il fondo di stabilizzazione ha toccato i 2,6 mld, coprendo circa 2,5 anni di attività erogativa standard.
Il bilancio finale: missione e continuità
Le Fondazioni bancarie, nate all’inizio degli anni '90 per separare banche e utilità sociale, oggi confermano il loro ruolo cruciale come attori stabili del finanziamento territoriale.
In un’ottica anticiclica, utilizzano i dividendi in eccesso per consolidare le riserve e far fronte ai bisogni sociali nei momenti di contrazione. Questo dualismo strategico – erogare ora, proteggere il domani – rappresenta la chiave del loro successo.
Un anno straordinario
Il 2024 è stato un anno straordinario per le Fondazioni bancarie: dividendi eccezionali, patrimonio in crescita, erogazioni da record e una gestione solida che guarda al futuro. Le comunità italiane hanno beneficiato direttamente di questo surplus, in cultura, ricerca, educazione e digitale.
Il prossimo nodo sarà mantenere questo equilibrio, tra regole di dismissione e capacità di sostenere il territorio.