L’Unione Europea si prepara a un nuovo scenario economico e geopolitico complesso, tra il rischio di una guerra commerciale con gli Stati Uniti e la necessità di rafforzare la propria capacità di difesa. Il commissario agli Affari economici dell’UE, Valdis Dombrovskis, ha confermato che Bruxelles sta studiando contromisure ai nuovi dazi annunciati dall’amministrazione Trump, sottolineando che un’escalation protezionistica potrebbe portare a una contrazione del PIL mondiale fino al 7%.
Dombrovskis: “L’Europa deve rafforzare la difesa economica e militare”
Parallelamente, l’Europa è chiamata a un altro compito strategico: rafforzare la propria autonomia in materia di sicurezza e difesa, puntando su risorse già disponibili nel bilancio comunitario. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e aumentare la capacità di risposta a crisi internazionali, in un contesto globale sempre più instabile.
La minaccia dei dazi USA e il rischio recessione
Il ritorno delle politiche protezionistiche da parte degli Stati Uniti sta mettendo in allarme l’UE. L’amministrazione Trump, in una strategia che ricalca le misure già viste durante il suo primo mandato, ha annunciato nuovi dazi su una serie di prodotti europei, tra cui acciaio, alluminio, automobili e prodotti agroalimentari.
Secondo Dombrovskis, questa politica potrebbe avere effetti devastanti sull’economia globale. “Se la guerra commerciale tra Stati Uniti, Europa e Cina dovesse intensificarsi, il PIL mondiale potrebbe contrarsi fino al 7% nel medio termine”, ha dichiarato il commissario.
Gli economisti della Commissione stimano che l’export europeo potrebbe subire una frenata significativa, con gravi ripercussioni su settori strategici come l’automotive tedesco, l’agroalimentare italiano e il comparto tecnologico francese. Inoltre, la possibilità di una risposta cinese ai dazi USA rischia di innescare una reazione a catena che potrebbe colpire anche le economie emergenti, trascinando il mondo in una nuova fase di recessione.
Di fronte a questo scenario, Bruxelles sta valutando una serie di contromisure. Tra le ipotesi sul tavolo, vi è l’introduzione di dazi speculari sui prodotti americani e il rafforzamento degli accordi commerciali con altre aree economiche, come l’Asia e l’America Latina. L’obiettivo è diversificare le relazioni commerciali per ridurre la dipendenza dal mercato statunitense.
L’autonomia strategica europea nella difesa
Oltre alla questione economica, l’Europa è sempre più consapevole della necessità di rafforzare la propria capacità di difesa. Con un’America meno interessata al ruolo di garante della sicurezza europea e un contesto geopolitico in cui le tensioni tra Russia e NATO rimangono elevate, l’UE deve rivedere il proprio approccio alla sicurezza comune.
L’idea della Commissione, spiegata da Dombrovskis, è quella di utilizzare fondi già presenti nel bilancio comunitario per potenziare la difesa senza dover negoziare nuove risorse con gli Stati membri, una strada che rischierebbe di incontrare forti resistenze politiche.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio dibattito sulla creazione di una Difesa europea comune, un progetto che da anni viene discusso ma che solo di recente ha trovato un’accelerazione, anche a causa della guerra in Ucraina. Il rafforzamento della Bussola strategica, il piano di sicurezza e difesa dell’UE, passa per un maggiore coordinamento tra gli eserciti nazionali e per investimenti nella produzione di armi e tecnologie militari europee.
L’Europa sta cercando di trovare un equilibrio tra il rafforzamento dell’industria della difesa e il rispetto dei vincoli di bilancio imposti ai singoli Stati membri. Una delle opzioni è quella di destinare una parte del Piano per la ripresa e la resilienza (NextGenerationEU) allo sviluppo delle capacità militari. Un’ipotesi che, però, divide i governi europei, tra chi spinge per un maggiore investimento nella sicurezza e chi teme che queste spese possano ridurre le risorse disponibili per la transizione ecologica e digitale.
Uno scenario in evoluzione
Le prossime settimane saranno decisive per capire la direzione che prenderà l’Unione Europea su entrambi i fronti. Sul piano commerciale, la risposta ai dazi USA sarà una cartina di tornasole per valutare la capacità di Bruxelles di difendere i propri interessi senza innescare una guerra commerciale globale. Sul fronte della difesa, invece, i leader europei dovranno trovare un punto di equilibrio tra la necessità di una maggiore autonomia strategica e la gestione delle risorse disponibili.
Dombrovskis ha sottolineato che l’UE è pronta a prendere decisioni importanti nei prossimi mesi. La sfida sarà evitare che le tensioni economiche e geopolitiche frammentino ulteriormente l’unità europea, mettendo a rischio la stabilità di un continente già alle prese con inflazione, crisi energetica e incertezze politiche interne.