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Dossier Epstein, la nuova miccia si accende in volo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dossier Epstein, la nuova miccia si accende in volo

È bastata una domanda, pronunciata con tono professionale e senza alcuna enfasi, perché Donald Trump perdesse le staffe. A bordo dell’Air Force One, mentre il presidente rientrava da un comizio elettorale, una giornalista di Bloomberg gli ha chiesto un commento sulle ultime rivelazioni del dossier Epstein, che inchiodano vecchie conoscenze dell’ex magnate e alimentano un clima di sospetto globale. La risposta è stata un insulto frontale: «Zitta, cicciona». Una frase secca, che ha gelato la cabina stampa e riacceso un caso politico già rovente.

Dossier Epstein, la nuova miccia si accende in volo

Non è la prima volta che Trump reagisce così quando il nome di Jeffrey Epstein torna nella conversazione pubblica. È il segno evidente di una irritazione crescente, alimentata dal timore che la riapertura del dossier sulle frequentazioni del finanziere – morto in carcere in circostanze mai chiarite del tutto – possa trasformarsi in un boomerang in piena campagna elettorale. Negli ultimi mesi la Casa Bianca ha provato a liquidare ogni domanda come «fake news», ma le nuove carte, rese pubbliche da una corte federale, hanno riportato il tema al centro.

L’episodio diventa un caso diplomatico
L’insulto, catturato dalle telecamere e rimbalzato sui social nel giro di pochi minuti, ha provocato una reazione indignata non solo tra i media statunitensi, ma anche negli ambienti diplomatici. Diverse capitali europee, già in allarme per le ricadute internazionali del dossier Epstein, hanno interpretato l’episodio come l’ennesimo segnale di un presidente incapace di contenere gli impulsi e di gestire una crisi di reputazione che riguarda non solo la politica interna ma anche gli equilibri globali.

Il peso del dossier e la paura di nuove rivelazioni
I file appena desecretati, infatti, non coinvolgono solo uomini d’affari e politici americani, ma anche figure di primo piano di altri Paesi. Il timore, nei palazzi del potere, è che l’inchiesta possa innescare un effetto domino di rivelazioni imbarazzanti, ricostruzioni di vecchie frequentazioni e possibili responsabilità rimaste nell’ombra. Trump lo sa e lo teme, e il suo scatto d’ira contro la cronista ne è la conseguenza più evidente.

la strategia della Casa Bianca
La linea è chiara: negare, minimizzare, spostare l’attenzione. Dopo l’incidente in volo, i portavoce hanno provato a derubricare tutto come «uno sfogo privato» e a definire la domanda «provocatoria». Ma il problema resta, e anzi si amplifica, perché le prossime settimane potrebbero portare alla luce altro materiale.

Le reazioni del mondo mediatico
La stampa americana, unanime, ha condannato l’attacco sessista e offensivo alla giornalista. Bloomberg ha diffuso un comunicato in cui «rigetta ogni forma di intimidazione verso i propri reporter», mentre le associazioni dei media hanno parlato di «tentativo deliberato di delegittimare chi fa domande scomode». Il video – breve, inequivocabile – è già diventato simbolo di una campagna presidenziale che si annuncia brutale.

Il fronte interno si compatta
Paradossalmente, l’insulto ha compattato l’opposizione democratica, che chiede un intervento del Congresso per «garantire il rispetto della libertà di stampa da parte del presidente». Alcuni deputati progressisti hanno evocato addirittura misure simboliche di censura pubblica, mentre i repubblicani si sono chiusi in un silenzio prudente.

La corsa elettorale e l’ombra del passato
L’episodio arriva nel momento meno opportuno per Trump. I sondaggi sono volatili, la campagna è segnata da attacchi personali e da un clima che somiglia più a

Il finale sospeso
A bordo dell’Air Force One, dopo l’insulto, è calato il silenzio. Trump si è voltato, ignorando le altre domande. La giornalista ha proseguito il suo lavoro senza replicare: il video parla da sé. Ma il caso è tutt’altro che chiuso. Le nuove carte sullo scandalo Epstein continuano a emergere, la tensione cresce, e la politica americana si prepara a un altro capitolo di questa vicenda che, ancora una volta, intreccia potere, narrazioni e ombre del passato.

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