Tra conti in crescita, voto rafforzato e l’assalto dei fondi ribassisti.
Ricavi in aumento, margini solidi, utili in accelerazione. Nel primo semestre 2025 la maison umbra ha messo a segno 684,1 milioni di euro di ricavi (+10,2% a cambi correnti; +10,7% a cambi costanti), EBIT a 113,8 milioni (+8,8%) e utile netto a 76,7 milioni (+16%). La società ha confermato una crescita “intorno al 10%” per il 2025-2026, con investimenti industriali anticipati (raddoppio del sito di Solomeo) e una struttura finanziaria definita solida.
Proprietà e governance
Il capitale è composto da 68 milioni di azioni ordinarie. Foro delle Arti S.r.l. detiene il 50,05% del capitale e, grazie al voto rafforzato divenuto efficace a fine giugno 2025, esprime circa due terzi dei diritti di voto. Nel frattempo Fidelity ha ridotto la propria partecipazione rispetto ai picchi del passato; il flottante resta ampio e diffuso.
Solomeo come manifesto
Solomeo è diventato un manifesto d’impresa: borgo restaurato, teatro, parco agricolo, botteghe e manifattura. La filosofia del marchio mette al centro la dignità del lavoro, l’equilibrio tra profitto e responsabilità e un costante richiamo ai classici. “Il profitto deve essere ottenuto con etica, dignità e morale”, è la cifra di un umanesimo industriale ormai riconoscibile.
Il fronte caldo
Nelle ultime ore il titolo è finito nella bufera: sospensione in Borsa in attesa di una nota della società e nuove accuse di uno short seller sul rispetto del regime sanzionatorio in Russia. L’azienda respinge con forza ogni addebito: “Operiamo nel pieno rispetto delle norme UE; le boutique sono chiuse e sono attive solo attività lecite come showroom e servizi ai clienti”, ha replicato il management, preannunciando valutazioni legali.
Distribuzione e investimenti
La strategia privilegia aperture mirate in location prime, il rafforzamento della produzione artigianale in Italia e una pipeline ordini autunno/inverno 2025 partita bene, insieme all’ottimo avvio delle campagne primavera/estate 2026. L’approccio resta quello della crescita selettiva più che del volume a tutti i costi.
Il punto
Cucinelli è un marchio globale con radici territoriali: difende la manifattura, integra cultura e impresa e usa la governance per proteggere la visione di lungo periodo. Il mercato valuterà la sostanza dei conti e la credibilità delle smentite; sul medio periodo, il vero test è la coerenza tra retorica umanistica e pratica industriale.