Profitti strabilianti, espansione nei continenti, mini-Labubu in arrivo e celebrità sotto il segno della follia da collezione.
(Foto: Labubu).
Un’impennata da record
Pop Mart, l’azienda cinese nota per le sue “mystery box”, ha registrato nel primo semestre del 2025 un vero e proprio boom economico: il profitto netto è schizzato di quasi il 400 % rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre i ricavi sono balzati del 204 %, arrivando a quota circa 13,88 miliardi di yuan.
Nel dettaglio, il solo brand “The Monsters” — protagonista la celebre Labubu — ha generato 4,81 miliardi di yuan, circa il 34,7 % del fatturato totale.
Espansione globale: zero freni
Pop Mart cavalca l’onda del successo e punta forte sul mercato mondiale: prevede di superare le 200 boutique internazionali entro fine 2025 (erano circa 141 a inizio anno). In particolare, l’azienda conta attualmente circa 40 negozi negli USA e ha in programma altre 10 aperture entro l’anno, accompagnate anche da una forte richiesta in Medio Oriente, Europa centrale e America Latina.
Il Ceo Wang Ning ha affermato che le vendite combinate in Nord America e Asia-Pacifico nel 2025 supereranno quelle cinesi del 2024.
Mini-Labubu e diversificazione in corso
A breve verrà lanciata una versione tascabile di Labubu, pensata come portachiavi o accessorio per smartphone: la notizia ha fatto impennare il titolo, con guadagni fino al 12–14 % in borsa.
Il lancio dei Mini-Labubus arriva nel pieno di una strategia di diversificazione che include anche progetti ambiziosi nei settori dell’animazione e dei parchi a tema.
Il boom virale: dalle passerelle alle celebrità
Il fenomeno Labubu va ben oltre le vendite. L’effetto social è potente: nel 2024, Lisa di Blackpink è stata fotografata con un portachiavi Labubu, e da lì tutto è esploso sui social.
Celebrità come Rihanna, Lady Gaga, Kim Kardashian e Cher sono state avvistate con Labubu – trasformando il giocattolo in icona pop e accessorio di moda.
Critiche, contestazioni e contraddizioni
Il successo travolgente di Pop Mart ha innescato anche polemiche. Il modello delle vendite “blind box” è criticato per essere potenzialmente nocivo sui minori, perché favorisce comportamenti compulsivi e consumo eccessivo.
Sul fronte normativo, in Russia è stata proposta l’interdizione alla vendita per presunti effetti negativi sulla salute mentale dei bambini; in Iraq, le autorità curde hanno sequestrato oltre 4.000 pupazzi con accuse evocative di “spiriti demoniaci”.
I controscopi del successo sono anche i fake: imitazioni come le “Lafufu” circolano ampiamente, spingendo Pop Mart a intraprendere azioni legali, anche contro 7-Eleven in California.
Un affare che cresce
Pop Mart prevede di chiudere il 2025 con ricavi totali tra 30 e 40 miliardi di yuan (tra 4 e 4,2 miliardi di dollari), superando ampiamente le stime iniziali.
Il valore di mercato dell’azienda ora supera quello di giganti come Mattel, Sanrio e Hasbro messi insieme.
Un impero di soft power culturale presenta anche aspetti critici
In sintesi, Pop Mart è diventata la regina dei designer toys, grazie a un mix geniale di marketing emozionale, cultura “unguay-cute”, celeb endorsement, espansione globale e strategie retail e digitali. Tuttavia, tra hype e minacce regolatorie, tra imitazioni e nuovi format, il percorso verso uno stabile impero di soft power culturale presenta anche aspetti critici.