La rottamazione quinquies si profila come la nuova “pace fiscale” da inserire nella Legge di Bilancio 2026. L’impianto nasce per dare respiro ai contribuenti con debiti arretrati e, al tempo stesso, per consentire allo Stato di recuperare crediti rimasti in sospeso da anni.
Un nuovo patto con il fisco
L’idea cardine è semplice: pagare il solo capitale dei carichi iscritti a ruolo in un perimetro temporale ampio, riducendo drasticamente sanzioni e interessi. L’adesione avverrà tramite i canali telematici dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, con procedure operative definite dai provvedimenti attuativi.
Come funziona la nuova rottamazione
Il meccanismo riprende i precedenti regimi agevolati ma introduce una novità attesa: rate costanti e sostenibili distribuite su un arco pluriennale. Nello schema più accreditato, il piano si sviluppa fino a 108 rate (nove anni), contro le 120 ipotizzate inizialmente, con possibili adattamenti in base all’importo dovuto. L’obiettivo è evitare maxi-rate iniziali e ridurre il rischio di decadenza.
Chi può entrare e chi resta fuori
La misura resta selettiva. Sono in linea di principio esclusi i debiti collegati a condanne penali e le posizioni già oggetto di recupero coattivo concluso. Inoltre, potrebbero essere limitati gli accessi dei “recidivi”, ossia di chi ha aderito a passate rottamazioni senza portarle a termine. Lo scopo è indirizzare il beneficio verso i contribuenti realmente meritevoli.
Decadenze e sostenibilità
Il tema delle decadenze è cruciale: la perdita dei vantaggi scatterà in caso di mancato rispetto delle scadenze previste dal piano. Per favorire la regolarità dei pagamenti, la struttura delle rate è pensata per essere omogenea e prevedibile, così da ridurre la probabilità di insolvenza.
Confronto con le versioni precedenti
Le rottamazioni passate hanno mostrato criticità: prime rate troppo elevate, decadenze rigide e poco spazio per chi intendeva rientrare gradualmente. La quinquies corregge la rotta con rate uguali, maggiore equilibrio nel tempo e paletti mirati a contenere abusi.
Impatto per contribuenti e stato
Per famiglie e imprese la novità può trasformarsi in una seconda chance: rientrare dal debito senza il macigno di sanzioni e interessi. Per l’Erario significa recuperare crediti dormienti con un gettito più prevedibile, a beneficio dei conti pubblici e della programmazione finanziaria.
Nodi ancora da sciogliere
Restano da definire i criteri puntuali di accesso, le soglie operative per le micro-rate e i dettagli su eventuali anticipi per importi elevati. Il passaggio parlamentare e i decreti attuativi chiariranno platea, calendari e controlli per rendere la misura efficace e stabile.