Eni accelera la sua strategia di crescita in Africa occidentale e punta sulla Costa d’Avorio come hub regionale per l’esplorazione e la produzione di idrocarburi. Ad Abidjan, la compagnia italiana ha firmato con il ministero delle Miniere, del Petrolio e dell’Energia ivoriano l’accordo per il nuovo blocco offshore CI-707, ampliando così il proprio portafoglio nel Paese africano.
Eni rafforza la presenza in Costa d’Avorio: nuovo blocco offshore per esplorazione e sviluppo energetico
La nuova licenza riguarda un’area di circa 2.926 chilometri quadrati, situata a profondità marine tra 1.000 e 3.000 metri, nel bacino sedimentario ivoriano. Il contratto prevede una fase esplorativa di nove anni, durante la quale saranno condotte campagne sismiche e perforazioni per valutare il potenziale del blocco.
Il CI-707 ha un alto valore strategico perché confina con il blocco CI-205, dove Eni nel marzo 2024 ha annunciato la scoperta di Calao, uno dei giacimenti offshore più promettenti della regione. La vicinanza geologica tra le due aree apre la possibilità di sviluppi integrati e sinergici, con benefici in termini di tempi, costi e riduzione dell’impatto ambientale.
Secondo gli esperti, questa continuità potrebbe facilitare l’utilizzo delle infrastrutture già in fase di sviluppo nel CI-205 anche per il nuovo blocco, accelerando così la messa in produzione delle eventuali scoperte.
Un piano di crescita industriale
Con l’acquisizione del CI-707, Eni consolida una presenza ormai decennale in Costa d’Avorio: il gruppo è arrivato nel Paese nel 2017 e oggi opera in undici blocchi offshore. La produzione attuale supera i 62.000 barili di petrolio al giorno e i 75 milioni di piedi cubi di gas, destinati in buona parte a sostenere la domanda energetica locale.
L’obiettivo dichiarato di Eni è quello di raddoppiare i volumi nei prossimi anni, arrivando a circa 150.000 barili di olio e 200 milioni di piedi cubi di gas al giorno con l’avvio della terza fase di sviluppo dei giacimenti già scoperti. Un incremento che potrebbe trasformare la Costa d’Avorio in un hub energetico regionale, con vantaggi per l’intera area dell’Africa occidentale.
Benefici per il Paese ospitante
L’accordo con Eni rappresenta un tassello importante anche per il governo di Abidjan, che punta a valorizzare le proprie risorse naturali per finanziare programmi di sviluppo economico e infrastrutturale. I proventi derivanti dalla produzione e gli investimenti legati alle attività offshore possono tradursi in nuove entrate fiscali, occupazione qualificata e crescita delle filiere locali, favorendo il trasferimento di competenze tecnologiche e professionali.
In un contesto globale caratterizzato da incertezze geopolitiche e volatilità dei prezzi delle materie prime, la stabilità politica ed economica della Costa d’Avorio è considerata un fattore determinante per attrarre investimenti di lungo periodo nel settore energetico.
Sicurezza e transizione energetica
L’espansione di Eni in Costa d’Avorio si inserisce nella più ampia strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento che il gruppo italiano persegue da anni, con l’obiettivo di garantire sicurezza energetica ai mercati europei e al tempo stesso contribuire allo sviluppo sostenibile dei Paesi produttori.
Il gas naturale, componente sempre più centrale nei progetti africani di Eni, viene considerato un combustibile ponte nella transizione energetica, in grado di sostituire progressivamente le fonti più inquinanti come il carbone e sostenere lo sviluppo di energie rinnovabili grazie alla sua flessibilità di utilizzo.
La possibilità di sfruttare le infrastrutture esistenti nei blocchi già operativi per il nuovo CI-707 riduce non solo i costi ma anche l’impronta ambientale dei futuri progetti, in linea con l’obiettivo del gruppo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Un asse strategico Africa-Europa
Per Eni, l’Africa continua a rappresentare una delle aree chiave della propria crescita internazionale. L’azienda guidata da Claudio Descalzi considera il continente non solo come un fornitore di risorse ma anche come un partner con cui sviluppare iniziative di lungo termine che coniughino sviluppo economico, sicurezza energetica e sostenibilità ambientale.
L’accordo firmato ad Abidjan conferma questa visione e consolida il ruolo della Costa d’Avorio come pilastro della strategia africana di Eni. In prospettiva, l’integrazione tra la produzione africana e le esigenze dei mercati europei potrebbe rafforzare un nuovo asse energetico Sud-Nord, capace di contribuire alla stabilità delle forniture e di sostenere la competitività industriale dell’Europa.
Con questa nuova acquisizione, Eni dimostra di voler continuare a investire in modo selettivo e strategico in aree ad alto potenziale, con un’attenzione crescente alla resilienza economica e ambientale dei progetti. Un segnale di fiducia sia nel futuro energetico della Costa d’Avorio sia nella capacità dell’azienda di trasformare le scoperte geologiche in sviluppo sostenibile e valore condiviso.