La Germania guida la cautela: preoccupano bank run in versione digitale, costi e interferenze sul credito. La Bce va avanti con la fase tecnica: pilota nel 2027 se l’Ue legifera in tempo. Nel frattempo banche e deputati spingono per limiti stringenti e uso offline.
La Germania, culla della stabilità monetaria europea, oggi è la voce più scettica dell’eurozona sul progetto di euro digitale. Non è solo una disputa tecnologica: è la collisione fra un sistema bancario fondato sull’intermediazione del credito e l’idea di una nuova forma di moneta pubblica detenibile da cittadini e imprese presso l’Eurosistema.
Perché Berlino è prudente
Nella visione delle banche tedesche, un euro digitale senza remunerazione ma garantito dalla Bce diventerebbe un concorrente strutturale dei depositi. Anche con limiti di detenzione, in fasi di stress la percezione di maggiore sicurezza potrebbe spingere la liquidità verso la banca centrale, asciugando la base depositi e comprimendo il credito all’economia reale.
Che cosa sta facendo la Bce
Il Consiglio direttivo ha avviato la fase successiva del progetto: costruire capacità tecniche e ingaggiare il mercato, mantenendo l’allineamento con l’iter legislativo Ue. Obiettivo operativo: un pilota nel 2027 e, se tutto andrà liscio, una possibile introduzione intorno al 2029.
La politica europea non corre
Il pacchetto legislativo sul digitale euro è ancora in lavorazione tra Parlamento e Consiglio. Si discute della portata delle funzionalità, della modalità offline e dei margini decisionali degli Stati su limiti e avvio. Senza un quadro chiaro entro il 2026, la tabella di marcia rischia di slittare.
Il fronte tedesco: banche e opinione pubblica
Le associazioni bancarie evidenziano costi elevati, sovrapposizioni con soluzioni private europee e benefici incerti per i consumatori. Nelle ultime settimane un gruppo di grandi banche Ue ha proposto una versione minimal, focalizzata sull’uso offline, per non schiacciare l’innovazione dei pagamenti privati. In Parlamento europeo crescono le voci per una prudenza regolatoria.
Fra i cittadini il quadro è sfumato: una parte è pronta a provarlo come opzione in più, un’altra chiede più informazione e garanzie su privacy e controlli.
La posizione della Bundesbank
L’istituto non fa barricate, ma fissa due paletti: non indebolire l’ancora della moneta di banca centrale e non mettere a rischio la stabilità. In più interventi pubblici è stato ribadito che l’euro digitale deve complementare e non sostituire i mezzi di pagamento esistenti, e che può rafforzare l’autonomia europea nei pagamenti, riducendo dipendenze da infrastrutture estere.
“Non accetteremo sviluppi che indeboliscano la capacità di fare politica monetaria in modo efficace”, ha sottolineato in più occasioni la banca centrale tedesca, rimarcando l’equilibrio tra innovazione e stabilità.
Cosa cambia per commercianti e utenti
Per i merchant l’euro digitale promette commissioni prevedibili, pagamenti istantanei e accettazione paneuropea; per le famiglie, un mezzo pubblico, gratuito alla cassa e con standard unificati, utilizzabile anche senza connessione (offline) e con privacy rinforzata. Il nodo è il bilanciamento tra comodità e limiti di giacenza per evitare lo spiazzamento dei depositi.
Il contesto geopolitico
Mentre l’Europa discute, altre potenze sperimentano o progettano valute digitali di banca centrale e l’ecosistema privato consolida il proprio peso. Per questo cresce l’idea che il progetto serva anche alla sovranità tecnologica e alla resilienza dei pagamenti europei.
La posta in gioco per la Germania
Non è un referendum tra innovazione e nostalgia del contante: è la tutela di un modello di finanziamento che vive di depositi stabili e credito bancario. La soluzione passa da scelte di design chiare: tetti dinamici alla giacenza, assenza di remunerazione, integrazione con i circuiti privati e massima semplicità d’uso.
Che cosa aspettarsi
Probabile un compromesso alla “tedesca”: euro digitale come estensione del contante, limiti severi, privacy elevata e ampia interoperabilità. Non una rivoluzione, ma un’infrastruttura pubblica a prova di crisi. Se funzionerà, alla cassa vedremo un nuovo pulsante: “Paga con euro digitale”.