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Fed taglia i tassi, la Bce resta ferma: Italia tra reazioni economiche e politiche

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fed taglia i tassi, la Bce resta ferma: Italia tra reazioni economiche e politiche

Due mosse diverse a settembre. La Banca centrale europea ha scelto di confermare i tassi d’interesse al 2% per la seconda riunione consecutiva, mentre la Federal Reserve americana ha deciso un taglio di 25 punti base, portando il costo del denaro al 4,25%. Per la Fed si tratta del primo intervento di riduzione dal dicembre 2024, segnale che il ciclo restrittivo avviato due anni fa è ormai archiviato.

Fed taglia i tassi, la Bce resta ferma: Italia tra reazioni economiche e politiche

La Bce ha operato in un contesto che appare relativamente stabile. L’inflazione dell’area euro è rimasta ferma al 2% per il terzo mese consecutivo, in linea con l’obiettivo statutario. Il mercato del lavoro ha mostrato segnali positivi, con un tasso di disoccupazione sceso al 6,2% a luglio, il livello più basso del 2025. Christine Lagarde ha parlato di “solidità” e ha ribadito che le prossime mosse saranno guidate dai dati disponibili, senza percorsi predefiniti.

Negli Stati Uniti, invece, la situazione appare più complessa. L’inflazione ha ripreso a salire, raggiungendo il 2,9% ad agosto, e la disoccupazione è salita al 4,3%. Per Jerome Powell la congiuntura è “insolita”, con rischi sia sul fronte dei prezzi sia su quello della crescita. Il presidente della Fed ha spiegato che la scelta di ridurre i tassi è stata presa per evitare un rallentamento troppo brusco della domanda interna e per contenere l’impatto delle politiche commerciali restrittive, con dazi che già mostrano effetti sui prezzi.

Reazioni politiche a Roma
A Palazzo Chigi la prudenza della Bce viene interpretata come un elemento di continuità. Giorgia Meloni ha sottolineato che “la stabilità monetaria europea è un sostegno concreto per famiglie e imprese italiane” e ha rimarcato come la traiettoria dell’Eurotower sia coerente con la necessità di difendere i conti pubblici.

Dal fronte leghista, Matteo Salvini ha invece rilanciato la sua linea: “Il vero problema non sono i tassi, ma le tasse: bisogna alleggerire la pressione fiscale per rilanciare i consumi”. Una posizione che mira a distinguere la voce della Lega dentro la maggioranza. Forza Italia, pur senza toni polemici, ha ricordato che “è fondamentale dare segnali chiari di fiducia ai mercati e agli investitori internazionali”.

L’opposizione non ha perso l’occasione per criticare l’esecutivo. Il Partito democratico ha parlato di “Italia immobile davanti a un mondo che cambia”, sottolineando che il taglio della Fed indica un rallentamento che il governo non vuole ammettere. Il Movimento Cinque Stelle ha accusato la premier di “nascondersi dietro Francoforte” e di non affrontare i nodi di energia e salari. Carlo Calenda ha parlato di “navigazione a vista”, contestando la mancanza di una politica industriale chiara.

Le ricadute economiche
Sul fronte delle famiglie italiane, la conferma dei tassi da parte della Bce significa mutui stabili, senza ulteriori rincari delle rate. Una tregua importante dopo mesi di rialzi che hanno pesato sul potere d’acquisto. Per i nuovi richiedenti, tuttavia, il costo del credito rimane elevato rispetto agli standard del periodo pre-pandemico, limitando la domanda nel mercato immobiliare.

Per le imprese, soprattutto quelle esportatrici, la divergenza tra Bce e Fed apre un capitolo delicato. Se il taglio americano dovesse rafforzare l’euro sul dollaro, i prodotti italiani diventerebbero meno competitivi oltreoceano. Un rischio concreto per settori come la meccanica e l’agroalimentare.

Le banche italiane, dal canto loro, vedono confermati margini ancora ampi sui prestiti, dopo un biennio che ha rafforzato i bilanci grazie all’aumento del costo del denaro. Tuttavia, la maggiore volatilità internazionale legata al differenziale con i Treasury americani impone cautela, soprattutto per gli istituti più esposti ai mercati globali.

Infine, i mercati finanziari hanno accolto con favore la stabilità della Bce, con i Btp che hanno beneficiato del quadro europeo. Ma la distanza con Washington potrebbe aumentare la volatilità dello spread nei prossimi mesi, rendendo più complessa la gestione del debito pubblico.

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