Come previsto, la Fed ha abbassato l'intervallo obiettivo dei fondi federali Usa di 25 punti base portandoli al 4,5%-4,75%, dopo il taglio più robusto di 50 punti base a settembre. Dopo un primo incremento, la reazione della Borsa americana è stata tiepida, anche se intonata su spunti di crescita, con il Dow Jones che ha chiuso praticamente invariato, mentre l’indice S&P 500 ha guadagnato lo 0,7% e il Nasdaq che è salito dell’1,51%. Ciò perché gli operatori avevano dato per scontato il taglio Fed di 0.25 punti e lo avevano già inserito nelle settimane scorse nelle proprie valutazioni di mercato. Diverso sarebbe stato se, a sorpresa, la Fed avesse ridotto per la seconda volta i tassi di 0,50 punti.
La Fed taglia i tassi di 0.25 punti e Powell avverte Trump: "Le nostre scelte sono autonome"
La Fed, con il presidente ribadito che valuterà attentamente i dati in arrivo, le prospettive in evoluzione e l'equilibrio dei rischi prima di procedere ad eventuali ulteriori tagli, che comunque appaiono scontati visto il rallentamento dell’inflazione, anche se all’orizzonte c’è la manovra fiscale espansiva annunciata in campagna elettorale da Donald Trump, che potrebbe - attraverso un ulteriore incremento della domanda, già assai forte – rallentare, se non addirittura invertire, il processo di rallentamento dell’inflazione.
E sono suonate anche un avvertimento a Trump, che in campagna elettorale aveva detto che avrebbe fatto abbassare i tassi d’interesse, prefigurando una forte pressione sulle decisioni della Federal Reserve, le parole pronunciate da Jeremy Powell durante la consueta conferenza stampa quando, per quanto riguarda l'impatto della vittoria di Donald Trump, ha osservato che le elezioni non avranno alcun effetto sulle decisioni politiche nel breve termine e che la Fed non indovina, specula o presume quali saranno le future politiche governative.