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Acconti Irpef, salta la correzione: decreto atteso ad aprile

- di: Bruno Coletta
 
Acconti Irpef, salta la correzione: decreto atteso ad aprile
La proposta di modifica per il calcolo degli acconti Irpef è stata dichiarata inammissibile; l’esecutivo annuncia un intervento normativo per evitare aggravi fiscali ai contribuenti.

Il contesto della questione sugli acconti Irpef
Nel 2024, l’Italia ha introdotto una riforma dell’Irpef, riducendo le aliquote da quattro a tre. Tuttavia, una disposizione normativa prevedeva che gli acconti Irpef per gli anni 2025 e 2026 fossero calcolati utilizzando le vecchie quattro aliquote del 2023. Questo avrebbe comportato per molti contribuenti, in particolare lavoratori dipendenti e pensionati, l’obbligo di versare acconti più elevati rispetto a quanto dovuto secondo le nuove aliquote.

La denuncia della Cgil e l’emendamento della Lega

La Cgil ha sollevato la questione, evidenziando come l’applicazione delle vecchie aliquote per il calcolo degli acconti avrebbe penalizzato numerosi contribuenti. In risposta, la Lega, con un emendamento a firma di Alberto Gusmeroli, ha proposto di adeguare il calcolo degli acconti alle nuove aliquote del 2025. Tuttavia, questo emendamento è stato dichiarato inammissibile dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera.  

Le motivazioni dell’inammissibilità

L’inammissibilità dell’emendamento è stata determinata da due fattori principali:
1. Mancanza di copertura finanziaria: la modifica avrebbe comportato un costo stimato di almeno 250 milioni di euro, senza che fossero indicate adeguate coperture finanziarie. 
2. Tempistiche legislative: l’emendamento, inserito nel decreto sulla Pubblica amministrazione, sarebbe entrato in vigore solo dopo la conversione in legge del decreto stesso, prevista per metà maggio. Questo sarebbe stato troppo tardi per influenzare le dichiarazioni dei redditi, che devono essere predisposte tra fine aprile e inizio maggio. 

L’annuncio di un decreto correttivo
Di fronte a questa situazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) (nella foto il ministro Giovanni Giorgetti) ha annunciato l’intenzione di intervenire con un decreto legge specifico, da varare entro aprile, per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 nella determinazione degli acconti. L’obiettivo è evitare aggravi per i contribuenti e garantire che le dichiarazioni dei redditi riflettano correttamente le modifiche fiscali introdotte.  

Le reazioni delle parti coinvolte
La Cgil, che aveva inizialmente denunciato il problema, ha espresso soddisfazione per l’annuncio di un intervento correttivo. Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, e Monica Iviglia, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, hanno dichiarato: “Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il Governo a rivedere una norma profondamente ingiusta.”  

Serve una legislazione chiara e coerente
La vicenda evidenzia l’importanza di una legislazione fiscale chiara e coerente, che eviti disallineamenti tra le norme e garantisca equità per tutti i contribuenti. L’annuncio di un decreto correttivo rappresenta un passo nella direzione di correggere l’anomalia e assicurare che le nuove aliquote Irpef siano applicate correttamente anche nel calcolo degli acconti.

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