• PIRELLI25 850 1
  • Banca IFIS GIUGNO25 850 1
  • 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

Fred, ucciso a calci e pugni, non era un clochard, era Aqualung, la nostra coscienza

- di: Bianca Balvani
 
Fred, ucciso a calci e pugni, non era un clochard, era Aqualung, la nostra coscienza
Non leggevo la definizione di ''clochard'' per un senza dimora da anni e, bazzicando i cinema e le rassegne di film (soprattutto di quelli che oggi sono colpevolmente dimenticati, ma questo è un mio giudizio), ricordo che se ne faceva uso frequente molti anni fa, quando questa figura era ammantata di un certo mistero, misto ad un aura di romanticismo, quando si pensava che chi decideva di vivere senza un tetto lo faceva come forma di ribellione alla società. Come l' ''Archimede le clochard'', interpretato da un Jean Gabin spettacolare, che aveva scelto di dormire per strada, ma non disdegnando le comodità e il senso di sicurezza di una cella di carcere, che diventava il suo rifugio quando c'era troppo freddo o troppa fame.
Fred, il ghanese massacrato nel Napoletano a calci e pugni da due ragazzotti in cerca forse di emozioni (che non avevano alcuna motivazione per l'aggressione) non era un clochard per scelta, vivendo la sua vita di stenti, dormendo al riparo da tutto - pioggia e freddo -, meno che dalla bestialità umana.

Fred, ucciso a calci e pugni, non era un clochard, era Aqualung, la nostra coscienza

Lui, Frederick Akwasi Adofo, aveva 43 anni, era in Italia da una decina, un Paese che forse non aveva scelto, ma che era stato il solo che, anche non tendendogli la mano, almeno non l'aveva scacciato, come fanno altri, che pure si riempiono la bocca di parole, come solidarietà e accoglienza, che per primi non elargiscono.
Fred, come lo chiamavano, non dava fastidio a nessuno, come si dice sempre quando un immigrato irregolare finisce in vicende del genere.
Ma per Fred è la verità, accontentandosi di pochi centesimi che gli regalavano le persone che aiutava a portare il carrello della spesa dall'uscita del supermercato all'auto. In fondo quelle monetine gli bastavano, anche perché nessuno gli dava fastidio o gli faceva pesare la sua condizione. Tendeva la mano e basta, ritraendola quando qualcuno gli faceva cadere dentro delle monete o lo scacciava.
Chi lo ha aggredito, massacrandolo a mani nude, non ha ucciso solo Fred, ma la coscienza di una città (Pomigliano d'Arco, ma poteva essere un'altra, perché la crudeltà non ha una connotazione geografica) e di un Paese, perché l'Italia non può essere questa.

Fred, forse, era come l'Aqualung che Ian Anderson fece protagonista di uno dei brani più iconici dei Jethro Tull, un emarginato che guarda tutti con occhi che per la gente sono pieni di risentimento e che invece sono lo scudo messo a protezione di un animo gentile, troppo per resistere in strada, nel freddo della Gran Bretagna, avvoltolato in un cappotto sdrucito. Oggi tutti dicono che Fred era buono, una brava persona, gentile e che non importunava nessuno. Ma questo evidentemente non è bastato a salvargli la vita.
Non sappiamo quale sarà la sorte dei due ragazzi che hanno ucciso Fred, che fine faranno, se magari si sono resi conto di quel che hanno fatto e se ne daranno una spiegazione. Quel che è chiaro è che questa violenza che quasi quotidianamente fa capolino nelle cronache del nostro Paese non può essere inserita, in automatico, nella casella del ''sono ragazzi'', perché questi due assassini - chiamiamoli con il loro nome -, pur se colpevoli, devono essere accompagnati in un cammino di recupero o, meglio, di redenzione. Certo, pagano anche colpe non loro, perché è improbabile che le loro famiglie non si fossero avvedute del meccanismo ad orologeria che aspettava solo un pretesto per fare scattare la scintilla e quindi l'esplosione.

Ma lo Stato - noi - non può limitarsi a punire, se non è riuscito a prevenire. Sarebbe forse necessario una presa di responsabilità comune, un lavacro che scacci l'ignoranza, da cui uscire migliori e più forti.
Nessuno sentirà la mancanza di Fred che, come l'universo degli invisibili che vivono ai margini delle città, veniva dal nulla, che è tornato ad inghiottirlo mentre noi guardavamo altrove.
Notizie dello stesso argomento
Trovati 44 record
Pagina
1
20/06/2025
“Non buttarlo via. Non è un rifiuto”: parte la campagna estiva dell’Enpa contro l’abbandono degli animali
È partita il 16 giugno e andrà avanti fino al 31 agosto la nuova campagna nazionale dell’E...
20/06/2025
Giornata mondiale del rifugiato, Mattarella: “Fare di più per chi è fragile”
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Presidente della Repubblica Sergio ...
20/06/2025
Lo Stretto di Hormuz al centro della crisi: perché questo passaggio marittimo può infiammare il mondo
Nella crisi tra Iran e Israele, uno dei punti più delicati e strategici del pianeta torna ...
20/06/2025
Allarme ONU: nel 2024 violenza “senza precedenti” contro i bambini nelle zone di conflitto
Le guerre contemporanee stanno colpendo in maniera sempre più devastante i più vulnerabili...
20/06/2025
Torino al buio, blackout a raffica per il caldo: la rete elettrica sotto stress e cittadini esasperati
Da giorni Torino è alle prese con una serie di blackout che stanno mettendo a dura prova a...
Trovati 44 record
Pagina
1
  • Banca IFIS GIUGNO25 720
  • PIRELLI25 300
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25