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Giornata mondiale del rifugiato, Mattarella: “Fare di più per chi è fragile”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Giornata mondiale del rifugiato, Mattarella: “Fare di più per chi è fragile”
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un messaggio denso di significato e impegno, chiedendo all’Italia e alla comunità internazionale “di fare di più per chi si trova in condizione di fragilità e bisogno”. Il capo dello Stato ha sottolineato che la questione dei rifugiati non è solo un’emergenza umanitaria, ma una responsabilità giuridica e morale che chiama in causa i valori fondativi delle democrazie. Le sue parole risuonano in un contesto globale segnato da guerre, persecuzioni e cambiamenti climatici, che spingono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le proprie case, spesso senza alcuna prospettiva di ritorno.

Giornata mondiale del rifugiato, Mattarella: “Fare di più per chi è fragile”

Mattarella ha voluto mettere al centro del suo intervento l’inviolabilità della dignità umana, definendola “principio fondante della convivenza civile”. È proprio su questo concetto che si gioca, secondo il Presidente, la capacità dell’Europa e dell’Italia di rimanere fedeli alla propria identità democratica e costituzionale. L’invito a “fare di più” va inteso non solo come un incremento quantitativo di risorse o accoglienza, ma soprattutto come un cambio di paradigma culturale: non considerare il rifugiato come un problema da gestire, ma come una persona titolare di diritti e bisognosa di tutela. Un cambio di sguardo che implica il rifiuto di ogni forma di discriminazione e la costruzione di politiche inclusive.

La voce delle Nazioni Unite: 20 persone al minuto in fuga

Il messaggio del Capo dello Stato si affianca a quello del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, che in una nota ufficiale ha ricordato che “diventare un rifugiato non è mai una scelta”. Guterres ha sottolineato che ogni minuto, nel mondo, venti persone sono costrette a fuggire a causa della guerra, della persecuzione, della violenza o del terrore. Si tratta di un flusso continuo e inarrestabile, che sfida la capacità delle istituzioni di dare risposte efficaci e rispettose dei diritti. Il dato non è solo una cifra astratta, ma racconta milioni di storie individuali fatte di perdita, disorientamento e speranza. Il Segretario Generale ha esortato i governi a rafforzare i canali umanitari legali e sicuri, per evitare che sempre più vite si spezzino lungo rotte pericolose e nelle mani dei trafficanti.

Il quadro globale tra nuove crisi e vecchie emergenze

La giornata di oggi si celebra mentre nuove crisi umanitarie si sommano a quelle già in corso. Dall’Ucraina al Sudan, dallo Yemen all’Afghanistan, passando per la rotta del Mediterraneo, il mondo è attraversato da conflitti e disastri che spingono milioni di persone ad attraversare confini in cerca di salvezza. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che il numero complessivo di rifugiati nel mondo abbia superato i 43 milioni, un record storico che non sembra destinato a diminuire. A questi si aggiungono oltre 60 milioni di sfollati interni, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni ma senza poter lasciare il proprio Paese. L’Europa, pur rappresentando solo una parte del problema, resta un punto di arrivo per molte di queste persone, con l’Italia in prima linea nelle operazioni di salvataggio e accoglienza.

L’Italia e l’Europa tra accoglienza e resistenze politiche

Le parole di Mattarella si inseriscono in un dibattito interno ancora segnato da forti tensioni politiche. Se da un lato il nostro Paese continua a garantire un sistema di accoglienza diffusa e integrata in molte realtà locali, dall’altro persistono resistenze, retoriche securitarie e campagne contro i migranti. Le recenti modifiche legislative in tema di asilo e accoglienza, l’approccio emergenziale adottato per gestire gli sbarchi, e la difficoltà di una politica europea comune, hanno spesso generato incertezza e disomogeneità. Il Capo dello Stato sembra voler richiamare l’attenzione su questo punto, indicando una strada che tenga insieme sicurezza e umanità, legalità e solidarietà.

L’identità democratica come bussola d’azione


La Giornata Mondiale del Rifugiato diventa così occasione non solo di celebrazione, ma di riflessione profonda sul ruolo delle istituzioni e della società civile. Il messaggio del Presidente Mattarella chiama a una consapevolezza collettiva: quella che i diritti fondamentali, se non vengono garantiti ai più vulnerabili, rischiano di perdere validità per tutti. L’identità democratica di una nazione non si misura solo nei principi che proclama, ma nella coerenza con cui li applica. E la questione dei rifugiati, nel tempo della globalizzazione e delle migrazioni forzate, diventa una cartina di tornasole della credibilità politica e morale delle democrazie occidentali.
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