Nel mese di giugno 2025 l’Istat rileva un andamento divergente tra il clima di fiducia dei consumatori e quello delle imprese italiane. Se da un lato le imprese mostrano segnali di ottimismo, con un aumento dell’indice complessivo, dall’altro lato le famiglie manifestano un peggioramento del sentiment economico, segnando una battuta d’arresto rispetto ai mesi precedenti. La fotografia scattata dall’Istituto nazionale di statistica evidenzia così un’Italia divisa tra aspettative positive nel mondo produttivo e timori crescenti nel tessuto sociale e familiare.
A giugno cresce la fiducia delle imprese, ma scende quella dei consumatori
L’indice composito di fiducia delle imprese italiane sale in giugno da 95,1 a 95,5, registrando un miglioramento trainato soprattutto dai comparti dei servizi e delle costruzioni. Nello specifico, nel settore dei servizi di mercato si osserva un progresso dell’indice da 99,6 a 100,5, mentre nelle costruzioni il salto è da 103,6 a 104,2. I due comparti mostrano segnali di stabilizzazione dopo mesi altalenanti, sostenuti anche da un ritorno alla normalità nei flussi di ordinativi e dalla ripresa delle attività connesse al turismo e alle opere pubbliche.
Più tiepidi invece i segnali dal commercio al dettaglio, dove l’indice passa da 98,1 a 98,6, evidenziando un lieve miglioramento pur in un contesto ancora incerto per via dei consumi non pienamente decollati. Peggiora invece la fiducia nel comparto manifatturiero, dove l’indice scende da 88,4 a 87,2, risentendo delle turbolenze internazionali, della debole domanda estera e del caro materiali che continua a frenare investimenti e prospettive a breve termine.
Consumatori in allarme su economia e bilanci familiari
Sul versante opposto, l’indice del clima di fiducia dei consumatori registra una nuova flessione, passando da 96,4 a 95,0. A influenzare negativamente le percezioni delle famiglie italiane sono soprattutto i giudizi sull’evoluzione futura della situazione economica del Paese e, in modo ancora più marcato, i timori legati alla condizione personale.
Il clima economico cala da 101,9 a 100,0, mentre il clima futuro – che raccoglie le aspettative per i prossimi mesi – scivola da 95,0 a 92,7. In particolare, aumentano le preoccupazioni per il potere d’acquisto, i possibili rincari estivi e l’instabilità politica percepita a livello europeo dopo le elezioni. Anche il clima personale (da 93,9 a 92,4) e quello corrente (da 95,8 a 94,3) evidenziano segnali di crescente disillusione.
Doppio binario tra produzione e consumi
Il doppio binario che emerge dal confronto tra le imprese e i consumatori suggerisce uno scenario di incertezza strutturale. Le aziende sembrano reagire in parte positivamente alle misure di incentivo messe in campo dal governo e alla stagione turistica in arrivo, ma devono ancora fare i conti con rallentamenti sul fronte internazionale e tensioni nei mercati delle materie prime.
Le famiglie, al contrario, appaiono frenate dalla percezione di una crescita non inclusiva, da salari ancora stagnanti e dall’erosione progressiva dei risparmi. La distanza tra aspettative produttive e consumi privati potrebbe rappresentare nei prossimi mesi un nodo critico per la tenuta del ciclo economico italiano, con possibili implicazioni anche sulle scelte di politica fiscale e monetaria.