Immuni: da giugno allertate solamente 1.878 persone

 
Dire che l'applicazione "Immuni" non abbia avuto il successo che il Governo si augurava in modo da aumentare il tracciamento dei contagi da Coronavirus equivale a un grosso eufemismo, come spiegato più volte dai membri stessi dell'esecutivo.

L'app è stata lanciata a giugno e teoricamente permette a chi crea un utente di ricevere una notifica in caso di esposizione a una persona a rischio Covid-19 ma, stando a un'analisi compiuta dall'Università di Pavia a fine luglio, a scaricarlo è stato unicamente il 14% della popolazione del nostro paese fra i 14 e i 75 anni che possiede un telefono compatibile con essa (circa 5,4 milioni di utenze).

Ancor più desolanti sono i numeri dell'effettiva utilità di Immuni, fortemente depotenziata dalla sua bassa diffusione: dal primo giorno di giungo infatti sono solamente 155 gli utenti che usano l'applicazione e positivi al Coronavirus che hanno segnalato la diagnosi tramite il sistema di tracciamento (più precisamente 21 a giugno, 38 a luglio e 96 ad agosto).

Quindi, stando a i dati riportati dal ministero della Salute e che si basano sulle notifiche conteggiabili unicamente da metà luglio, sono 1878 le persone allertate dall'applicazione di essere state in contatto con soggetti contagiati. Sette dei quali positivi che aveva già ricevuto la notifica dopo aver frequentato un altro utente positivo di Immuni.

Queste statistiche lasciano un grosso rimpianto sulla potenzialità che l'applicazione avrebbe se fosse scaricata e utilizzata da una percentuale maggiore della popolazione ma i forti dubbi con cui è stata presentata hanno portato a un'accoglienza molto fredda. Con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che e la ministra dell'innovazione tecnologica Paola Pisano che si sono espressi più volte a favore di una grande diffusione dell'applicazione all'interno dell'ambiente scolastico sia fra il personale che fra studenti e studentesse che superano i 14 anni di età.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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