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Irpef, sforbiciata al secondo scaglione: risparmi fino a 1.500€

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Irpef, sforbiciata al secondo scaglione: risparmi fino a 1.500€
Irpef, sforbiciata al secondo scaglione: risparmi fino a 1.500€
Il governo punta a rafforzare il potere d’acquisto del ceto medio.

L’intervento allo studio

Il governo prepara un nuovo passaggio della riforma fiscale. Sul tavolo c’è la riduzione dell’aliquota Irpef del secondo scaglione, che passerebbe dal 35% al 33% con estensione fino a 60mila euro lordi. Una misura che punta a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie a reddito medio, schiacciate dall’inflazione e dall’aumento dei costi energetici.

Platea e beneficiari

La platea interessata è composta da lavoratori dipendenti e autonomi con redditi compresi tra 30mila e 60mila euro. Secondo le simulazioni circolate negli ambienti tecnici, il risparmio annuo andrebbe da poche decine di euro per chi si colloca nella fascia più bassa, fino a oltre 1.400 euro per chi raggiunge i 60mila. Per i contribuenti con 40mila euro di reddito lordo il beneficio medio stimato si aggira attorno ai 240 euro annui.

Il costo per l’erario

La misura avrebbe un costo intorno ai 4 miliardi di euro, una cifra significativa in un contesto di bilancio pubblico già vincolato dalle regole europee e dagli impegni di spesa per difesa, sanità e transizione energetica. Per il governo, l’intervento deve quindi inserirsi in una manovra più ampia, che dovrà bilanciare le esigenze di sostegno ai redditi con il mantenimento della traiettoria di finanza pubblica.

Continuità con la riforma del 2025

Il taglio allo scaglione intermedio rappresenta la seconda fase della riforma Irpef. Lo scorso anno il sistema era già stato semplificato, con il passaggio da quattro a tre aliquote e la fusione delle prime due, fissate al 23% fino a 28mila euro. L’ulteriore riduzione della seconda aliquota rafforza la linea dell’esecutivo: progressiva riduzione del prelievo sul lavoro e alleggerimento della pressione fiscale sul ceto medio.

Impatti su consumi e risparmi

Gli effetti attesi non sono solo redistributivi. Un alleggerimento del carico fiscale in questa fascia di reddito dovrebbe sostenere i consumi, contribuendo a consolidare la ripresa economica. Tuttavia, in un quadro di inflazione che ha già eroso parte del potere d’acquisto, il beneficio reale potrebbe risultare meno percepito dalle famiglie. Molti contribuenti potrebbero scegliere di destinare il risparmio al risparmio precauzionale piuttosto che alla spesa corrente.

Il confronto politico

Sul piano politico, la misura gode del sostegno di gran parte della maggioranza. Forza Italia e Fratelli d’Italia sottolineano l’urgenza di rafforzare il reddito disponibile del ceto medio, mentre la Lega insiste anche sulla necessità di affiancare all’intervento nuove misure di pace fiscale. L’opposizione, pur non contestando l’alleggerimento delle aliquote, solleva dubbi sulla copertura finanziaria e chiede più attenzione alle fasce di reddito basse.

Verso la manovra autunnale

Il taglio dell’Irpef entrerà nel pacchetto della prossima manovra. Il nodo centrale resta quello delle risorse: garantire un beneficio strutturale senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici. La partita sarà decisiva non solo per i lavoratori e le famiglie interessate, ma anche per la credibilità del Paese nei confronti dei partner europei e dei mercati finanziari.

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