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Istat, 251 reti territoriali per combattere la violenza contro le donne

- di: Alberto Venturi
 
Istat, 251 reti territoriali per combattere la violenza contro le donne

Sono 251 le reti territoriali attive in Italia per il contrasto alla violenza contro le donne. È quanto emerge dall’indagine dell’Istat, che restituisce la fotografia di un sistema articolato, costruito attraverso accordi, protocolli, leggi e delibere regionali, con caratteristiche differenti a seconda dei territori.

Istat, 251 reti territoriali per combattere la violenza contro le donne

Il numero complessivo dei soggetti proponenti censiti dall’indagine è pari a 924. Si tratta di una platea ampia e composita, distribuita in modo eterogeneo sul territorio nazionale. La variabilità non riguarda solo il numero dei soggetti, ma anche la tipologia degli atti che regolano la nascita e il funzionamento delle reti.

La concentrazione territoriale
La Lombardia è la Regione che registra il numero più elevato di soggetti proponenti, con 398 realtà coinvolte. Questo dato è legato anche alla natura degli atti censiti: in diversi casi si tratta di leggi o delibere regionali che fissano standard e linee guida per orientare la realizzazione delle reti a livello locale, incidendo direttamente sulla numerosità dei soggetti rilevati.

Leggi regionali e protocolli operativi
L’eterogeneità tra le Regioni è strettamente connessa alla differenza tra atti di indirizzo generale e protocolli operativi. Dove prevalgono leggi o delibere regionali, il numero dei soggetti proponenti tende a essere più contenuto. Nei casi in cui, invece, si fa ricorso a protocolli, la rete si amplia fin dalla fase di sottoscrizione, coinvolgendo attivamente soggetti appartenenti ad ambiti di intervento differenti.

Le Regioni con reti più ampie
Nelle Regioni caratterizzate da una maggiore numerosità di soggetti, come Lombardia e Lazio, i protocolli hanno previsto il coinvolgimento diretto di attori provenienti da settori diversi: sociale, giudiziario, sanitario, educativo. Questa pluralità di ambiti riflette l’impostazione integrata degli interventi di contrasto alla violenza di genere.

Il ruolo centrale dei Centri antiviolenza
All’interno delle reti territoriali, i Centri antiviolenza (Cav) rappresentano i soggetti che prioritariamente assumono il ruolo di promotori. Accanto a essi, l’indagine rileva una presenza omogenea, su tutto il territorio nazionale, degli Ambiti sociali e dei servizi comunali, che costituiscono un pilastro fondamentale dell’organizzazione locale degli interventi.

Il contributo del settore giudiziario
Un ruolo rilevante è svolto anche dal settore giudiziario, che comprende prefetture, procure e tribunali. Questi soggetti risultano attivi in modo diffuso nelle diverse Regioni e Province autonome, pur con alcune differenze significative nella loro partecipazione come promotori delle reti.

Le specificità regionali dei servizi comunali
I servizi comunali emergono con particolare evidenza in Abruzzo e nella Provincia autonoma di Bolzano, dove rappresentano oltre il 50% dei soggetti promotori. In altri contesti, invece, risultano assenti come promotori: è il caso delle Marche, della Liguria e della Provincia autonoma di Trento, a conferma di modelli organizzativi territoriali differenti.

La presenza del settore giudiziario nelle Regioni
Per quanto riguarda il settore giudiziario, l’indagine segnala l’assenza di questo ambito come soggetto promotore in Piemonte e nella Provincia autonoma di Bolzano. Al contrario, la sua presenza risulta più consistente nelle Marche, in Friuli-Venezia Giulia e in Emilia-Romagna, seguite da Liguria e Veneto.

Un sistema eterogeneo ma integrato
Nel complesso, i dati Istat delineano un sistema di contrasto alla violenza contro le donne fondato su una pluralità di reti territoriali, costruite secondo modelli differenti ma accomunate dall’obiettivo di integrare competenze e responsabilità. Le differenze regionali riflettono scelte normative e organizzative diverse, ma anche la volontà condivisa di strutturare risposte coordinate attraverso il coinvolgimento di più soggetti istituzionali e sociali.

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