(Foto: il Cardinale Augusto Paolo Lojudice).
Inclusione, partecipazione democratica e fine vita. Sono questi i tre assi su cui il cardinale Augusto Paolo Lojudice ha costruito un intervento destinato a far discutere, pronunciato a Siena nei giorni che precedono il Natale. Parole nette, senza ambiguità, che intrecciano il sociale con la politica e la dimensione etica con quella istituzionale.
Il dialogo con la Regione e l’allarme sul voto
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha chiesto un confronto diretto con i vescovi toscani o con la commissione ecclesiale che ha elaborato il documento presentato nei mesi scorsi. Un testo che in molti hanno letto come una sorta di piattaforma politico-sociale. Lojudice conferma il dialogo ma sposta subito l’attenzione su un punto che considera cruciale: il crollo della partecipazione al voto.
Un fenomeno che, secondo il cardinale, non può essere ignorato né banalizzato. La disaffezione democratica è una ferita aperta e riguarda tutti, istituzioni civili e comunità ecclesiali.
Reddito di inclusione: una scelta da sostenere
Sulla misura regionale del reddito di inclusione, attivata dalla Toscana nel 2024, il giudizio è chiaro: è una scelta giusta. «Non possiamo dimenticare chi si trova in difficoltà», ha sottolineato Lojudice, ribadendo che le politiche pubbliche devono partire dagli ultimi.
Un’affermazione che trova riscontro anche nei dati diffusi dalla Regione Toscana nel 2024, secondo cui la misura ha coinvolto migliaia di nuclei familiari in condizioni di fragilità economica, con un’attenzione particolare a disoccupati di lungo periodo e famiglie monogenitoriali.
Fine vita: stop alle scorciatoie, torni il Parlamento
Molto netto anche il giudizio sulla legge regionale toscana sul fine vita, impugnata dal Governo e ora al vaglio della Corte costituzionale. Per Lojudice, il provvedimento ha cercato di colmare una lacuna, ma rischia di diventare un’accelerazione impropria.
La posizione è senza tentennamenti: «Il tema deve tornare in Parlamento». Un invito a un confronto ampio, approfondito, capace di tenere insieme diritti, dignità della persona e responsabilità dello Stato. Una linea che richiama anche le precedenti sentenze della Consulta, dal caso Cappato-DJ Fabo in poi, che hanno più volte sollecitato il legislatore a intervenire.
Natale, bambini e speranza che non si chiude
Il discorso si chiude con uno sguardo che va oltre la politica. Il Natale, per Lojudice, non è solo celebrazione ma attenzione concreta alle sofferenze dei bambini. Da Gaza all’Ucraina, passando per tutti i conflitti dimenticati, il volto del Bambino Gesù si sovrappone a quello dei piccoli travolti dalla guerra.
«Chiudiamo il Giubileo della Speranza, ma non chiudiamo la speranza», ha detto. Un messaggio che suona come un monito e insieme come un programma morale, rivolto a credenti e non credenti.