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Lombardia, economia in rallentamento ma resta locomotiva d’Italia

- di: Marta Giannoni
 
Lombardia, economia in rallentamento ma resta locomotiva d’Italia
Lombardia, economia in rallentamento ma resta locomotiva d’Italia La regione cresce più della media nazionale, ma paga i ritardi su innovazione e capitale umano. Transizione green, export e PNRR i veri motori del rilancio.

Lombardia 2023-2024: il passo si accorcia, ma la spinta non è finita

Non è più l’epoca del rimbalzo post-Covid. L’economia lombarda ha cambiato ritmo, ma non ha perso direzione. Il prodotto interno lordo della Lombardia è cresciuto nel 2023 dell’1,2%, superando la media nazionale ferma allo 0,9%. Un rallentamento evidente, iniziato nell’ultimo trimestre del 2022, ma con segnali di tenuta più solidi rispetto ad altre aree del Paese.

Non è un dettaglio: la Lombardia rappresenta da sola circa il 23% del PIL nazionale. E quando Milano e la sua regione frenano, tutto il Paese rallenta. Ma qui le fondamenta tengono, anche se non mancano crepe da monitorare.

Industria in affanno, ma resiste grazie alla tecnologia

Il cuore manifatturiero lombardo batte più piano. La produzione industriale ha registrato un aumento minimo nel 2023 (+0,2%) e un calo nei primi tre mesi del 2024 (-1,1%). A soffrire sono siderurgia e tessile, mentre reggono abbigliamento, alimentare e i mezzi di trasporto.

Tuttavia, la capacità di adattamento resta elevata: gli investimenti industriali sono aumentati del 4,4% in termini reali. Oltre il 60% delle imprese ha investito in tecnologie digitali avanzate, in particolare cloud computing e interconnessione dei processi. Meno diffusa l’intelligenza artificiale (26%) e la robotica (41%).

La spinta all’innovazione non arriva solo dai big: anche le imprese con meno di 50 addetti hanno partecipato al salto tecnologico. Un segnale della vitalità del tessuto produttivo lombardo.

Rinnovabili e PNRR: il doppio motore green

La transizione energetica è tra i settori più dinamici. A fine 2023, la Lombardia era prima in Italia per produzione elettrica da fonte idrica (5,7 GW) e fotovoltaica (4,1 GW). La crescita è stata favorita da incentivi pubblici, soprattutto per impianti di autoconsumo.

Le imprese green sono più grandi e più produttive (+25% per addetto), con il 10% del fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili.

Accanto all’energia, pesa il PNRR: oltre 13 miliardi assegnati alla Lombardia, con 6 miliardi già messi a gara e più di duemila cantieri aperti. I lavori conclusi rappresentano l’8% del totale, sopra la media italiana.

Turismo superstar, export in chiaroscuro

Il turismo estero esplode: +23% presenze, +29% arrivi, +16% spesa dei visitatori. Oltre al Duomo e al lago di Como, pesa il ruolo di Fiera Milano, trainata da Salone del Mobile e manifestazioni della moda.

L’export cresce solo dello 0,8% nominale, ma cala del 0,6% a prezzi costanti. Male la Germania (-3,1%), meglio Svizzera e paesi mediorientali. A incidere è anche la crisi del Mar Rosso.

Reggono i mezzi di trasporto, i macchinari e gli alimentari, mentre calano chimica, elettronica, gomma-plastica e farmaceutica. Un quadro che evidenzia fragilità strutturali.

Famiglie sotto pressione, mutui in salita

Le famiglie lombarde restano solide, ma soffrono. L’inflazione ha eroso i redditi reali e il 7,5% è sotto la soglia di povertà. Il credito al consumo ha sostenuto la spesa, ma le compravendite immobiliari sono crollate del 8,9%.

I prezzi resistono, ma crescono meno: da +5,4% a +2,7%. I mutui sono più pesanti e aumentano le difficoltà nei rimborsi.

Lavoro in salute, ma i giovani restano ai margini

Occupazione ai massimi, disoccupazione ai minimi. Ma le imprese fanno fatica a trovare personale, specie nei settori tecnici e nei servizi alla persona.

Il problema è anche demografico: entro il 2030 esploderà la domanda di assistenza, con l’11% del personale sanitario già oltre i 60 anni. Servono politiche attive per giovani e donne.

Il nodo capitale umano e innovazione

La Lombardia resta potenza industriale, ma è debole su innovazione strutturale. Rispetto a 17 regioni europee simili, presenta bassa patrimonializzazione (30%) e liquidità (10,7%).

Si investe troppo poco in ricerca e sviluppo, con un tasso di imprese innovative inferiore alla media UE. Le multinazionali generano il 45% del valore aggiunto, ma sono solo il 4,2% degli stabilimenti.

Il resto dell’economia è ostacolato da burocrazia, fiscalità e scarsa accessibilità ai fondi europei.

Il credito si ritrae, ma i profitti reggono

Nel 2023 i prestiti bancari alle imprese sono calati del 3,6%. La stretta ha colpito soprattutto le piccole aziende. Le imprese hanno preferito usare la liquidità interna.

Eppure, l’85% ha chiuso in utile. I bilanci restano solidi, con ritorno dei titoli di Stato nei portafogli aziendali. Un equilibrio precario, ma mantenuto.

Le fondamenta ci sono, serve il coraggio di costruire

La Lombardia resta la regione più potente d’Italia per base produttiva, apertura internazionale, capacità finanziaria e tenuta infrastrutturale. Ma oggi si gioca la partita della trasformazione.

Senza strategie per attrarre capitale umano, investire in innovazione e sostenibilità, il rischio è restare fermi. Il potenziale c’è, ma va organizzato e reso inclusivo. Solo così la Lombardia potrà continuare a trainare l’intero Paese.

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