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Mario Draghi promuove il suo governo, ma non si dà un voto

- di: Redazione
 
Mario Draghi promuove il suo governo, ma non si dà un voto
Il governo ha lavorato bene e tutti i ministri, a cominciare dal presidente del Consiglio, nel sono convinti. Anzi, per dirla come Mario Draghi, ''Tutti noi abbiamo la buona coscienza del lavoro fatto". Il premier uscente si è accomiatato dai giornalisti che lo hanno seguito quotidianamente nei venti mesi in cui ha esercitato il mandato conferitogli dal presidente Mattarella, ringraziandoli per l'attenzione che gli hanno riservato e per il compito, al quale hanno adempiuto, di informare gli italiani di come il Governo stava lavorando per portare il Paese fuori della tempesta della pandemia.

Mario Draghi promuove il suo governo

"Vi rivolgo - ha detto parlando ai giornalisti nella sala stampa di Palazzo Chigi - un ringraziamento sentito. Voi in questi 20 mesi, tra pandemia e crisi energetica, avete svolto un servizio straordinario a cittadini, aiutandoli a seguire e comprendere ciò che avviene. Un servizio straordinario anche per la democrazia italiana. Voi, stampa libera, avete avuto dal presidente del consiglio, da me, il rispetto che si deve a una stampa libera, rispondendo alle domande nel modo più chiaro possibile".
Per Mario Draghi ''è stata una collaborazione piacevole, anche dal punto di vista umano. Nessuno si aspettava che avremmo fatto tante conferenze stampa che duravano ore indefinite. Poi io venivo rimproverato...perché non riuscivo a dire basta alle domande. Ringrazio anche tutto lo staff della comunicazione di Palazzo Chigi, sia per come ha seguito il dialogo tra voi e me, sia per la campagna di comunicazione sul Pnrr, che è stata e che sarà molto importante".

Si è trattato di un incontro con i giornalisti, non di una conferenza stampa. Per questo un Draghi sorridente, presentandosi in sala stampa, non ha risposto ad alcuna domanda, anche se qualche giornalista ha cercato di ''fregarlo'', ricevendo da lui un cordiale diniego. Non ha risposto nemmeno quando gli è stato chiesto semplicemente se fosse "ottimista sul futuro dell'Italia", fedele alla regola che si era dato e spandendo solo ringraziamenti.

Mario Draghi, quindi, si avvia al passo d'addio ufficiale, chiudendo un periodo difficilissimo per l'Italia, che si era rivolta a lui sperando che il suo prestigio e la sua autorevolezza aiutassero il Paese. Non è stato sempre così perché le difficoltà sono state talmente grati che nemmeno il suo impegno e quello del governo ce l'hanno fatta a superarle.
C'è già chi lo rimpiange, chi invece non vede l'ora che ceda il passo. Perché, anche se ha sempre detto di non essere un politico, perché tale non si è mai sentito, anche Mario Draghi deve sottostare alle regole spietate della politica, dove la memoria, quando serve, è cortissima.

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