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Masi, 250 vendemmie d’Amarone

- di: Barbara Leone
 
Masi, 250 vendemmie d’Amarone
E’ il 1772 quando la famiglia Boscaini realizza la sua prima vendemmia nei pregiati vigneti del “Vajo dei Masi”, nel cuore della Valpolicella Classica. Duecentocinquant’anni di vendemmie e successi, che passano anche dalla quotazione in Borsa nel 2015, per un Gruppo che attraversa ben otto generazioni ed affonda le sue radici in una storica antica caratterizzata dall’inscindibile connubio tra un cognome, Boscaini, ed un toponimo: Vaio dei Masi. E proprio per celebrare la 250esima vendemmia di Masi, lo scorso 14 ottobre si è tenuta nella meravigliosa cornice delle Possessioni Serego Alighieri l’inedita degustazione proposta dal Gruppo Tecnico Masi che ha portato in Valpolicella trenta giornalisti arrivati da tutto il mondo, tra i più autorevoli della stampa di settore.

Masi, 250 vendemmie d’Amarone

Alla presenza di Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola, Raffaele Boscaini, Coordinatore del Gruppo Tecnico e Direttore Marketing, Giacomo Boscaini, Export Manager e Brand Ambassador, Andrea Dal Cin, Direttore Enologia e Federico Girotto, Amministratore Delegato del Gruppo e è stata organizzata una verticale/orizzontale di ben sette decenni di Amarone Masi, dal 1958 ad oggi. La degustazione ha offerto l’opportunità di addentrarsi nelle caratteristiche peculiari dell’Amarone, sempre più apprezzato per le originalità produttive e organolettiche, attraverso un lungo viaggio nel tempo reso possibile dalla centenaria “biblioteca” privata dell’Amarone Masi.

Un’occasione per esaminare le variazioni indotte dai mutamenti intercorsi a livello sociale, del gusto e della tecnologia e al contempo quelle conseguenti ai cambiamenti climatici e alle diversità di annate. Interessante è stato affrontare l’interrogativo di sempre: “l’Amarone è maggiormente caratterizzato dalla propria tecnica, o espressione di terroir?”. Un’occasione, come sottolineato da Raffaele Boscaini, “di confronto preziosa e stimolante che abbiamo avuto l’opportunità e l’onore di condividere con esperti tra i più autorevoli del settore provenienti da tutto il mondo. L’incontro ha dato prova dell’eccezionalità dell’Amarone, un vino che non finisce mai di sorprendere, in grado di esprimersi al massimo nella sua longevità e nella mutabilità delle diverse annate e delle tecniche di produzione. Una degustazione che ha dimostrato dunque la grande tecnica di questo vino e al contempo la sua coerenza col suolo in cui cresce, confermandolo espressione di terroir”.

Due i flight in programma: il primo “L’evoluzione dell’Amarone Costasera e sua Riserva”, focalizzato sull’evoluzione dell’Amarone nei diversi decenni a partire dal 1958, avendo in degustazione l’Amarone Classico Masi, chiamato poi Costasera, a cui si è aggiunto per due decenni il Riserva Costasera, caratterizzato per l’aggiunta dell’antica uva Oseleta all’uvaggio classico. Il secondo “L’Amarone e i suoi terroir: i cru” a partire dagli anni Settanta, focalizzato sulle differenze dei terroir, che si esprimono nei cru: Amaroni provenienti da alcuni dei più pregiati vigneti singoli della Valpolicella Classica, oggi patrimonio della “Cantina Privata Boscaini”. In degustazione: il Vaio Armaron, storico Amarone delle Tenute Serego Alighieri; il Campolongo di Torbe, Amarone che si caratterizza per i tannini morbidi e i sentori di mandorla e minerali che derivano dai terreni vulcanici profondi del vigneto storico da cui proviene; infine il Mazzano, cru austero e maestoso che trae il suo stile unico dal vigneto omonimo, le cui qualità sono note sin dal XII scolo, caratterizzato da esposizione ideale e significativa altitudine. La degustazione ha ospitato un parterre di giornalisti di riferimento a livello nazionale e internazionale, arrivati da tutto il mondo: Usa, Giappone, Cina, Regno Unito, Svizzera, Croazia, Irlanda, Germania, Finlandia, Norvegia e Svezia.
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