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Mattarella lancia l’appello all’Europa: “Non arretrate di fronte alle difficoltà”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mattarella lancia l’appello all’Europa: “Non arretrate di fronte alle difficoltà”

Nel giorno in cui si celebra la Festa dell’Europa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene con un messaggio forte e chiaro rivolto all’intero continente: “Non bisogna arretrare di fronte alle difficoltà”. Parole che risuonano come un monito e al tempo stesso un richiamo alla responsabilità e all’unità, in un momento storico segnato da sfide internazionali sempre più complesse, tra crisi geopolitiche, minacce alla sicurezza globale e tensioni economiche.

Mattarella lancia l’appello all’Europa: “Non arretrate di fronte alle difficoltà”

Nel testo diffuso dal Quirinale, il capo dello Stato mette l’accento sulla necessità di affrontare “il cambiamento con unità e responsabilità”. Due parole chiave che Mattarella ripete con insistenza, consapevole del fatto che le trasformazioni in atto — tecnologiche, economiche, climatiche, sociali — impongono ai cittadini e alle istituzioni europee una rinnovata capacità di coesione. È solo tenendo salda questa unità, secondo il presidente, che l’Italia e l’Europa potranno determinare con coraggio il proprio destino.

Una minaccia al cuore dei valori europei
Mattarella avverte però che l’inerzia, l’indifferenza o la paura possono mettere a rischio il patrimonio più profondo e più fragile dell’Unione Europea: i valori fondativi. “Se non sapremo affrontare con coraggio, risolutezza e lungimiranza le sfide che minacciano il nostro futuro — scrive — rischieremo di smarrire quel patrimonio inestimabile di diritti e valori che costituiscono la pietra angolare del nostro progetto di integrazione”. Si tratta di un invito a guardare oltre i confini nazionali e ideologici, per difendere i principi di democrazia, libertà, solidarietà e pace che sono alla base del progetto europeo.

Uno sguardo lungo, contro le miopie politiche
L’appello del capo dello Stato assume una portata ancora più significativa se si considerano le prossime scadenze politiche in Europa. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, la crescita di movimenti euroscettici, le tensioni esterne legate alla guerra in Ucraina e alla competizione tra blocchi internazionali, spingono Mattarella a richiamare i leader e i cittadini a uno “sguardo lungo”, che privilegi la costruzione di un futuro comune piuttosto che l’effimera conquista di consensi immediati. Le sue parole sembrano rivolte anche a chi, nel panorama europeo, tende a strumentalizzare le difficoltà per rilanciare una logica dei confini e dei muri.

L’Europa come riparo e opportunità
Secondo il presidente, l’Europa non deve essere vista solo come un insieme di regole e vincoli, ma come un’opportunità di protezione e di progresso per i suoi cittadini. Una casa comune che ha garantito decenni di pace e di sviluppo e che, nonostante le contraddizioni, rappresenta ancora un faro nel panorama globale. Mattarella difende con forza questa visione, consapevole che solo un’Europa salda nei suoi valori può essere anche un attore credibile e influente a livello internazionale.

Il ruolo dell’Italia nel rilancio dell’Unione
In questo contesto, l’Italia è chiamata a fare la sua parte. Non come spettatore passivo, ma come protagonista convinta del progetto europeo. L’invito del presidente è quindi rivolto anche al governo, alle forze politiche e alla società civile: non cedere alle semplificazioni, non lasciarsi sedurre da scorciatoie populiste, non distogliere lo sguardo dalle responsabilità comuni. “È nella nostra capacità di affrontare il cambiamento, con unità e responsabilità, che risiede il destino dell’Italia e dell’Europa”, ribadisce.

Una festa dal significato profondo

La Festa dell’Europa, nata per ricordare la Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, assume quest’anno un significato particolare. Non solo come momento celebrativo, ma come occasione per riflettere sul cammino compiuto e sulle sfide che ci attendono. Le parole di Mattarella invitano a cogliere questa ricorrenza non come una formalità, ma come un’occasione per rinnovare un patto collettivo, fatto di visione e responsabilità. E per ricordare che l’Europa non è un progetto concluso, ma un’opera viva, che richiede ogni giorno il contributo dei suoi cittadini.

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