Friedrich Merz, il nuovo cancelliere tedesco, è intervenuto con fermezza sul tema più spinoso del commercio transatlantico: i dazi. Dopo essersi congratulato con Donald Trump per l’accordo bilaterale appena siglato con il Regno Unito, ha precisato che la stessa strada non potrà essere percorsa con gli Stati membri dell’Unione Europea, almeno non individualmente. “Gli ho detto che non è possibile fare accordi separati con i singoli Paesi Ue”, ha dichiarato Merz in conferenza stampa accanto al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Un’affermazione che ribadisce il ruolo della Commissione europea come unico attore legittimato a negoziare su commercio e tariffe per conto dell’intera Unione.
Merz a Trump: “Sui dazi si tratta solo con l’intera Ue”
Il ritorno di Trump sulla scena internazionale, con il linguaggio diretto e muscolare che lo contraddistingue, ha già cominciato a produrre scossoni. Ma l’Europa, a differenza di quanto accaduto durante la sua prima presidenza, ora si mostra più compatta. Il messaggio di Merz, benedetto dalle istituzioni comunitarie, indica che i ventisette non intendono farsi dividere su un tema così strategico. “Trump mi ha invitato a Washington e parleremo di questo dossier”, ha aggiunto Merz, ma ha lasciato intendere che la porta del negoziato si apre solo se si entra come Unione, non come singole capitali.
Un’Europa post-Brexit più consapevole
La firma dell’accordo tra Washington e Londra fa da sfondo a questo scontro diplomatico. Il Regno Unito, fuori dall’Ue, può ora liberamente siglare intese commerciali bilaterali. Una libertà che però si accompagna a una maggiore vulnerabilità, dato il suo peso economico inferiore rispetto a quello del blocco europeo. Merz ha voluto marcare questa differenza, con un discorso che suona anche come avvertimento agli euroscettici interni: uscire dall’Unione può dare l’illusione della libertà, ma in cambio si paga un prezzo alto in termini di potere contrattuale.
La questione dei dazi: molto più di un tecnicismo
Sul piano economico, i dazi non sono solo barriere tariffarie: sono strumenti di pressione politica. Per questo Merz ha sottolineato la necessità di “azzerarli”, auspicando una soluzione multilaterale che protegga gli interessi europei senza alimentare una nuova guerra commerciale. “Sono fermamente convinto che l’azzeramento dei dazi sia la soluzione migliore”, ha affermato il cancelliere, tracciando una linea diplomatica che privilegia la stabilità economica globale. Ma la sua posizione va anche letta come una risposta indiretta alla tentazione, sempre viva in Europa, di indulgere a un protezionismo reattivo, che rischia di spezzare il mercato interno.
Il difficile equilibrio tra politica e economia
L’intervento di Merz è anche un atto di equilibrismo. Deve rassicurare l’industria tedesca, molto esposta all’export e quindi vulnerabile a ogni scossone tariffario, e al tempo stesso salvaguardare la coesione europea in un momento in cui le spinte centrifughe non mancano. Il riferimento ai dazi è quindi il pretesto per riaffermare una strategia più ampia: difendere l’architettura comunitaria, mantenere aperti i canali con Washington, ma senza cedere all’idea che ogni Stato debba trattare per sé.
Un asse Merz-Costa per rafforzare Bruxelles
La presenza accanto a Merz del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa è un dettaglio tutt’altro che secondario. Segnala una convergenza tra due delle figure chiave del momento: il leader liberale tedesco, che ha scalzato i post-merkeliani in patria, e il portoghese, punto di equilibrio tra Nord e Sud Europa. Insieme, sembrano voler ridare slancio politico alla governance comunitaria, in una fase di transizione in cui la Commissione è chiamata a ridefinire le sue priorità strategiche e la sua autorevolezza negoziale.
Trump osservato speciale, ma non interlocutore privilegiato
Nonostante il tono cordiale, Merz ha ridimensionato l’idea di un asse privilegiato con gli Stati Uniti a guida trumpiana. La Germania, e con essa l’Europa, non può permettersi di essere un semplice anello della catena commerciale americana. Non è più il tempo delle relazioni transatlantiche sbilanciate, ma di una reciproca consapevolezza. E se da una parte si riconosce il peso politico di Trump, dall’altra si riafferma che l’Ue è un blocco con una propria visione del commercio globale.
La sfida di un’economia integrata in un mondo frammentato
La dichiarazione del cancelliere si inscrive in un contesto internazionale sempre più frammentato. Le catene globali del valore, i nazionalismi economici, le guerre valutarie e le tensioni energetiche stanno riscrivendo le regole del commercio globale. In questo scenario, l’Europa prova a restare uno dei pochi attori che ancora credono nel multilateralismo. Ma per farlo deve presentarsi come un soggetto coeso, con una voce unica. È questa la lezione che Merz sembra voler impartire a Bruxelles e a tutte le capitali europee.