Nomisma: "Le procedure per i micro acquisti della PA implicano costi occulti fino al 22%"

- di: Redazione
 

NELLA FOTO, LUCA DONDI DALL’OROLOGIO, AMMINISTRATORE DELEGATO NOMISMA

Nomisma ha pubblicato i risultati di uno studio commissionato da Amazon Business e che mirava a comprendere modalità e prassi di funzionamento dei sistemi di acquisti dei beni sotto la soglia di rilievo comunitario (focus al di sotto dei 5.000 euro) da parte degli enti della Pubblica Amministrazione.

Nomisma: "Le procedure per i micro acquisti della PA implicano costi occulti fino al 22%"

L'analisi si divide in tre parti (una rassegna di normative, procedure e strumenti di acquisto dei beni, un focus sulle modalità d'azione di un campione di Comuni e infine l'ascolto di alcuni enti della PA per analizzare prassi di acquisto e incidenza sul valore dei prodotti acquistati) ed evidenzia come, esclusa salva la possibilità di ricorrere sempre alle procedure ordinarie, le stazioni appaltanti possono procedere all’affidamento di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie, attraverso affidamenti diretti e procedure negoziate. La procedura di affidamento varia a seconda dell’importo dell’appalto.

L'analisi mostra come le procedure d’acquisto per i micro-acquisti degli enti comunali implichino dei costi che accrescono in maniera sostanziale la spesa pubblica sostenuta.

In media, i costi delle procedure analizzate accrescono la spesa pubblica del 22% rispetto al valore del bene acquistato (percentuale che sale fino al 60% nel caso di acquisti inferiori ai 500 euro).

Le procedure di acquisto utilizzate, pur semplificate, richiedono infatti passaggi decisionali ed autorizzativi che impegnano un numero rilevante di ore/uomo. A questo si aggiunge il tempo per la ricerca dei fornitori, per la selezione delle offerte e per la gestione dei pagamenti. I passaggi procedurali possono arrivare fino a 11, dalla selezione dei fornitori all’archiviazione della determina, passando per diverse approvazioni e verifiche, coinvolgendo anche 4 risorse umane distinte.

Un altro fattore critico rilevato attraverso le interviste è rappresentato dall’impossibilità da parte della PA di utilizzare la carta di credito come strumento di pagamento, cosa che impedisce di fatto l’acquisto di beni e servizi attraverso piattaforme di e-commerce.

Inoltre, sempre dall’analisi di campo, emerge come i Comuni, specie di piccole dimensioni, utilizzino poco l’e-procurement, preferendo ricorrere a fornitori locali nel rispetto del principio di rotazione. Viceversa, Enti quali Università e istituti scolastici adottano di buon grado le piattaforme elettroniche di acquisto, per quanto per gli Atenei le forniture di valore inferiore ai 5.000 euro rappresentino una parte marginale degli acquisti totali.

Infine, l’indagine ha rilevato che in alcuni casi i beni acquistati tramite convenzioni vengano conservati nei magazzini centrali della PA, contribuendo ad aumentare le scorte di anno in anno e determinando in tal modo un’inevitabile obsolescenza dei prodotti Hi-Tech.

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