La mossa dopo ProSiebenSat.1: a Lisbona prende forma l’ingresso di MFE in Impresa, la casa di SIC ed Expresso. In gioco quote fino al 33%, ok del mercato, governance da rifare e una strategia che punta a un polo tv-editoria iberico.
(Foto: il Ceo di MFE, Piersilvio Berlusconi).
Il progetto è sul tavolo da mesi e ora imbocca il rettilineo finale: MFE-MediaForEurope (Mediaset) si prepara a varcare l’Atlantico iberico con un investimento fino al 33% in Impresa, storico gruppo portoghese che controlla le tv SIC, il settimanale Expresso, varie radio e periodici. L’operazione mira a una presenza industriale nell’area lusofona, naturale estensione della forza di MFE in Spagna, senza scatenare obblighi di takeover né azioni di concerto.
Perché Lisbona entra nella mappa del Biscione
Dopo avere consolidato il controllo di ProSiebenSat.1 oltre la soglia qualificata e avere insediato Marco Giordani al vertice del broadcaster tedesco, MFE sposta il baricentro verso l’Atlantico. L’assetto in Portogallo offre sinergie editoriali e pubblicitarie sull’asse Spagna-Portogallo, con produzioni condivise, vendita adv paneuropea e sviluppo digitale su tre lingue (italiano, spagnolo, portoghese). In prospettiva, il perimetro lusitano funziona da laboratorio per contenuti e formati da scalare nei mercati UE.
Cosa c’è in Impresa oggi
SIC è il primo marchio della tv privata in Portogallo; Expresso è un brand giornalistico che ha segnato la modernizzazione del Paese. Il gruppo, rimasto nelle mani degli eredi di Francisco Pinto Balsemão dopo la sua scomparsa, combina media generalisti, news e digitale, ma trascina debito e necessita di capitali e alleanze. L’ingresso di un partner industriale come MFE punta a stabilizzare la struttura finanziaria e ad accelerare la trasformazione digitale.
Il semaforo della vigilanza e la reazione del mercato
La vigilanza portoghese ha sospeso e poi riammesso il titolo Impresa per consentire un’informativa completa. Alla ripresa degli scambi, il mercato ha prezzato la novità con forti rialzi, poi assestamenti nelle sedute successive. La volatilità resta elevata, ma il segnale degli investitori è chiaro: l’ipotesi MFE-Impresa viene letta come catalizzatore industriale.
Gli equilibri: minoranza forte senza Opa
Lo schema in lavorazione prevede che gli eredi Balsemão mantengano la maggioranza relativa, con un flottante vivace attorno a un terzo del capitale. Per MFE l’impegno è finanziariamente misurato (qualche decina di milioni) ma strategicamente significativo: presidia la penisola iberica senza appesantire il bilancio nel pieno del cantiere tedesco.
Le parole ufficiali
Nel comunicato più recente, Impresa ha chiarito che “le trattative con MFE sono ancora in corso e non esiste al momento alcun accordo vincolante”, invitando il mercato alla prudenza informativa. Sul fronte tedesco, dopo il passaggio di controllo, MFE ha ribadito che “l’indipendenza editoriale e l’occupazione in Germania restano prioritari”, tema che resta sensibile per Berlino. Le due frasi sintetizzano la linea istituzionale: velocità negoziale, ma nessun corto circuito regolatorio.
Governance, debito, contenuti: cosa può cambiare
Con l’arrivo di MFE è attesa una ricucitura della governance su standard multinazionali: controlli interni più robusti, capex mirati su news e intrattenimento, partnership tech per la monetizzazione digitale. Sul debito, l’effetto più rilevante sarebbe l’accesso a capacità negoziale e finanziaria di un gruppo più grande. Sul prodotto, la leva è duplice: rafforzare il prime time di SIC e spingere Expresso nel digitale con strategie subscription-first e audio-video.
L’orizzonte europeo di MFE
La traiettoria è ormai definita: polo paneuropeo free-to-air con basi in Italia, Spagna, Germania e, a breve, Portogallo. La nomina di Marco Giordani alla guida di ProSiebenSat.1 indica rigore finanziario e integrazione operativa: dismissioni di asset non core, investimenti nei contenuti locali, pubblicità data-driven e piattaforme AVOD/FAST. Lisbona aggiunge scala e diversificazione.
Cosa guardare adesso
Tre variabili guideranno la fase finale: (1) perimetro della quota e patti parasociali; (2) parere CMVM e possibili condizioni su trasparenza e governance; (3) roadmap industriale su news, intrattenimento e digitale. Se i tasselli andranno a posto, MFE chiuderà il 2025 con un quarto pilastro europeo, completando la mappa dal Baltico all’Atlantico.