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Covid-19: la pandemia mette in ginocchio molte grandi aziende europee

- di: Jean Aroche
 
Covid-19: la pandemia mette in ginocchio molte grandi aziende europee
La pubblicazione dei dati del primo semestre del 2020 definisce un quadro di crisi per moltissime grandi aziende europee che hanno registrato perdite gravissime, in alcuni casi, come per la Renault, per la prima volta nella loro storia. Se la situazione in Italia è grave, altrettanto si può dire per altri Paesi che hanno economie in qualche modo simili alla nostra.
L'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), nelle sue previsioni, anticipa per l'economia francese una recessione che dovrebbe attestarsi sull'11 per cento e il panorama mondiale non è migliore. La Banca mondiale ha infatti ufficializzato una stima secondo cui l'economia del pianeta, a fine 2020, si contrarrà del 5,2 per cento. "La peggiore recessione degli ultimi decenni" , si legge nel rapporto della Banca mondiale.

Meglio non è andata alla Germania, che ha perso - la stima è stata resa nota oggi - il 10,1 per cento nel secondo trimestre. Numeri che segnalano la più grave contrazione dal secondo dopoguerra ad oggi. La francese Renault, nel primo semestre dell'anno in corso, ha subito perdute per 7,3 miliardi di euro, oltre che per la pandemia anche a causa delle profonda crisi in cui è piombata la giapponese Nissan, la cui partnership doveva consentirle di aggredire i mercati asiatici.
Per avere una pietra di paragone, basti pensare che in tutto il 2019 la perdita per il gruppo (con i suoi marchi: Dacia, Lada, Alpine e Samsung Motors) era stata di ''appena'' 141 milioni, comunque la più alta degli ultimi dieci anni.

Nella prima metà dell'anno il produttore di aeromobili europeo Airbus ha subito una perdita di 1,9 miliardi, con la previsione che in autunno si dimezzerà in numero dei vettori che saranno consegnati. Questo perché le compagnie aeree, in profonda crisi per il crollo del traffico dovuto ai divieti per i viaggiatori e le prescrizioni in materia di prevenzione, cercano di posticipare le consegne, che sono un indicatore affidabile della redditività in aeronautica. L'ammontare dell'acquisto viene infatti conferito quasi completamente dai compratori all'atto della presa di possesso degli aeromobili.

Il gigante energetico francese Total ha registrato nel secondo trimestre la sua prima perdita netta dal 2015, oltre che per la caduta dei prezzi dei prodotti petroliferi, anche per il crollo dei margini di margini di raffinazione. La perdita netta è stata stimata in 8,4 miliardi di dollari, a fronte di un utile, lo scorso anno, di 2,8 miliardi di dollari.
La Royal Dutch Shell, altro gigante petrolifero, ha annunciato oggi una perdita netta di 18,1, conseguenza della depressione del mercato per effetto della pandemia.
Il gruppo di lusso Hermès ha registrato un calo dell'utile netto del 55% , ma oggi, in una nota, ha parlato di "un contesto di miglioramento graduale iniziato a giugno", dicendosi "fiducioso per futuro ”.

Il fatturato di Danone (altro gruppo francese) è diminuito dell'8,3%, mentre il colosso siderurgico Arcelor Mittal ha registrato una perdita netta di 559 milioni di dollari, con un fatturato di 11 miliardi di dollari ed un calo del 43% su base annua. Volkswagen ha annunciato oggi di aver registrato una perdita al lordo delle imposte di 1,4 miliardi di euro nel primo semestre, conseguenza di un calo del fatturato del 23%. Il gruppo energetico francese EDF , che nel primo semestre ha avuto una perdita netta di 700 milioni di euro, giovedì ha formalizzato un piano di risparmio per cercare di fronteggiare i colpi inferti dalla crisi della pandemia.

Il fornitore di motori e attrezzature per aeromobili Safran ha subito un colpo durissimo per primo semestre dell'anno, con un crollo del fatturato pari al 27,6% a 8,8 miliardi di euro, con una perdita netta di 340 milioni di euro. E la previsione è che, per il 2020, il calo del fatturato si attesterà sul 35%.
La crisi non ha colpito solo i giganti energetici o industriali. Come attesta il dato della francese JCDecaux, specializzata in display. La ''desertificazione'' di utenti di strade, stazioni ed aeroporti ha fatto crollare il fatturato del 41,6% nella prima metà del 2020. Una perdita secca di 254,9 milioni di euro, il risultato più pesante della sua storia.
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