Si terranno oggi, ad Afragola, i funerali di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa in una vicenda che ha sconvolto l’intero Paese. Sarà una giornata di lutto cittadino, con le scuole chiuse e le attività commerciali invitate ad abbassare le saracinesche durante la cerimonia.
Oggi i funerali di Martina ad Afragola. L’autopsia: “Non è morta subito, ha sofferto a lungo”
Una comunità intera si prepara a stringersi attorno alla famiglia della ragazza, in un dolore che va oltre la sfera privata e diventa responsabilità collettiva. Il corteo funebre attraverserà le strade del quartiere dove Martina viveva, lo stesso quartiere che ora si interroga, che si accusa, che prova a elaborare un lutto che non può restare senza voce.
La verità del medico legale: “Una morte lenta, non istantanea”
Nel giorno dell’ultimo saluto, il referto dell’autopsia restituisce un quadro ancora più drammatico della tragedia. Martina non è morta subito. Ha lottato, ha sofferto, è rimasta cosciente per un tempo sufficiente a vivere il dolore e la paura. Sul corpo, quattro ferite visibili e una frattura cranica che non lasciano spazio a dubbi: l’aggressione è stata brutale, ripetuta, e non si è consumata in un istante. Gli inquirenti parlano apertamente di “agonia”, e la scelta delle parole diventa una condanna per l’assassino ma anche una ferita morale per chi, intorno a Martina, non ha saputo o potuto proteggerla.
Un funerale che chiede giustizia, non solo consolazione
Oggi la chiesa sarà piena. Ci saranno gli amici, i compagni di scuola, le madri, i padri, i docenti. Ma ci sarà anche una domanda collettiva, che nessun rito può eludere: perché è successo? Perché una ragazzina di quattordici anni è morta sotto i colpi di una violenza annunciata da segnali che forse nessuno ha voluto cogliere? Il parroco ha parlato di “una ferita nel cuore della città”, e ha invitato tutti a non trasformare il dolore in dimenticanza. Afragola non si limita al lutto: vuole risposte, vuole garanzie che una tragedia simile non possa ripetersi.
L’indagine e l’ombra lunga del contesto
Il ragazzo fermato per l’omicidio è stato già interrogato dagli inquirenti, ma gli elementi ancora da chiarire sono molti. Si cerca di capire se ci siano stati precedenti, minacce, segnali di squilibrio o di premeditazione. L’ambiente in cui Martina viveva è ora oggetto di un’indagine parallela, che riguarda non solo la responsabilità individuale ma anche il tessuto sociale che non ha visto o non ha voluto vedere. La magistratura, in queste ore, lavora anche su questo: per comprendere se ci siano omissioni, trascuratezze, silenzi colpevoli. L’obiettivo non è solo punire, ma prevenire.
Martina diventa simbolo di tutte le fragilità ignorate
Il nome di Martina si aggiunge a una lista di ragazze uccise che continua ad allungarsi in silenzio. Ogni volta si parla di “femminicidio”, si invocano riforme, si promette ascolto. Poi la cronaca corre oltre. Ma questa volta il dolore di una comunità intera potrebbe non lasciar scorrere tutto nell’oblio. Martina era una ragazza qualunque, e per questo è diventata ogni ragazza. Quella che si sente sola, che non viene ascoltata, che pensa di non contare. Oggi ad Afragola il suo funerale sarà anche il funerale di tutte le occasioni perse, di tutti i segnali non raccolti, di tutte le domande rimaste senza risposta. E sarà, forse, il primo passo verso un impegno vero.