Ok anche dell’Antitrust, si parte il 14 luglio: ora Mediobanca deve scegliere se resistere o cedere al nuovo polo di Lovaglio (foto).
La Consob ha pronunciato il suo “sì” all’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca, autorizzando il prospetto informativo che ne illustra cifre, tempistiche e conseguenze finanziarie. Parallelamente, l’Autorità Antitrust (Agcm) ha concesso l’approvazione “incondizionata” all’operazione, eliminando dubbi di tipo concorrenziale.
Com’è strutturato il calendario dell’ops
- Dal 14 luglio (h 8:30) all’8 settembre (h 17:30): massima estensione possibile sul mercato, 40 giorni di Borsa aperta.
- Previsto un possibile strumento di proroga da 5 giorni (16–22 settembre), tipico nelle operazioni analoghe.
- Il pagamento avverrà il 15 settembre, salvo eventuali estensioni.
- La scelta di spostare l’ops con il mercato pienamente operativo mira a lasciare spazio alla pubblicazione della semestrale di Mps, attesa il 5 agosto.
Ogni azione di Mediobanca = 2,533 azioni Mps
Secondo il documento, per ogni azione Mediobanca consegnata, si riceveranno 2,533 azioni ordinarie Mps di nuova emissione, con pari caratteristiche e dividendi.
Soglia minima: guerra tra numeri e strategie
Mediobanca ha richiesto a Consob di inserire nel prospetto scenari con adesioni al di sotto del 50%: in quella situazione, Mps non potrebbe utilizzare i crediti fiscali anticipati (DTA) e le sinergie interne procederebbero molto lentamente.
Piazzetta Cuccia, dal canto suo, ha stimato un piano “stand alone” – completamente indipendente – con 4,9 miliardi di dividendi entro il 2028. Decisivo sarà il CdA di Mediobanca, convocato per valutare il documento prima dell’avvio ufficiale; tra i rumors, appare orientato a rifiutare l’offerta, e si parla di soglia minima fra il 45% e il 66,7%.
Contesto istituzionale e azionariato
Il Governo italiano resta un azionista significativo di Mps (circa 11,7%), frutto del salvataggio del 2017.
Fra gli azionisti privati emergono le posizioni di Caltagirone (≈10%) e Delfin (quasi 30% assieme a Caltagirone), due big già attivi sia in Mps sia in Mediobanca.
Dall’altra parte, a difesa di Piazzetta Cuccia, Mediobanca conta su un patto del 11–12% (tra cui famiglie Benetton, Doris, Gavio, Ferrero) e su importanti fondi esteri come BlackRock, Norges e Vanguard per circa il 35%.
Scontro aperto: ops Mps contro difesa Mediobanca
Secondo alcuni analisti, Mediobanca “dovrebbe resistere all’audace offerta” di Mps, vista la scarsa reattività degli investitori istituzionali. Si sottolinea anche che, pur con pesi rilevanti di Caltagirone e Delfin, non c’è certezza sull’esito dell’offerta.
Scenari possibili
- Adesione > 50%: Mps conquista il controllo “di diritto” di Mediobanca, consolidando le esperienze in banca commerciale, investment, wealth e consumo. Il rischio tradizionale potrebbe esaurirsi lì.
- Tra 45 e 50%: Mps può tecnicamente reggere, ma l’uso dei DTA rischia di essere ritardato e le sinergie freneranno.
- < 45%: la proposta rischia davvero di fallire, e i piani alternativi di Piazzetta Cuccia – incentrati sul piano stand alone – acquisiscono credibilità.
Il 14 luglio si apre una partita che promette di rivoluzionare il panorama finanziario italiano: non una semplice acquisizione, ma un duello strategico tra due visioni industriali, con pesi in gioco che vanno ben al di là del valore azionario immediato.