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Orcel: "In Italia dobbiamo accelerare senza M&A"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Orcel: 'In Italia dobbiamo accelerare senza M&A'

L’Italia vale "il 50% del fatturato e il 45% dell’utile netto" di Unicredit. Lo ha ricordato l’amministratore delegato Andrea Orcel intervenendo alla Ceo conference di Bank of America. Un dato che, secondo il manager, conferma il ruolo centrale del mercato domestico nella strategia del gruppo e impone un’accelerazione delle attività senza ricorrere a nuove operazioni di fusione e acquisizione.

Orcel: "In Italia dobbiamo accelerare senza M&A"

"Ora dobbiamo accelerare senza un’operazione di M&A", ha detto Orcel, mettendo fine alle ipotesi di consolidamento che negli ultimi mesi hanno accompagnato il dibattito nel settore bancario.

Il precedente con Banco Bpm
Il riferimento è inevitabile: l’operazione mancata con Banco Bpm, su cui Unicredit aveva condotto valutazioni approfondite negli anni scorsi. "Abbiamo provato qualcosa che non ha funzionato per ragioni esterne", ha ricordato Orcel, "ma ora abbiamo tutti imparato la lezione". L’ad ha precisato che il fallimento non è stato legato alla qualità della transazione, bensì a fattori politici: "Non ha nulla a che fare con la transazione in sé, ma con l’interferenza del governo".

La partita Bpm aveva acceso il dibattito sul ruolo delle autorità pubbliche nel processo di consolidamento bancario. Alcuni segnali di opposizione politica avevano pesato sulle valutazioni, fino a spingere Unicredit a rinunciare. Un epilogo che, nelle parole di Orcel, rappresenta un insegnamento per il futuro: ogni operazione straordinaria nel settore italiano deve fare i conti non solo con la logica industriale, ma anche con la sensibilità politica e istituzionale.

La strategia di crescita organica
Se l’M&A viene archiviato, la nuova direttrice è la crescita organica. Orcel ha insistito sull’importanza di valorizzare il posizionamento di Unicredit in Italia, che resta il principale mercato di riferimento. Il gruppo, forte di una base clienti estesa e di una rete capillare, punta a incrementare redditività ed efficienza attraverso innovazione digitale, razionalizzazione dei costi e maggiore vicinanza ai territori.

L’accento posto dal ceo sul mercato domestico si inserisce in un quadro europeo complesso: da un lato la pressione regolatoria e il tema degli Npl, dall’altro le opportunità offerte dai tassi ancora elevati e dal rinnovato interesse degli investitori internazionali verso le banche dell’Eurozona. In questo contesto, Orcel ritiene che Unicredit abbia la possibilità di crescere senza bisogno di acquisizioni, capitalizzando sul lavoro fatto negli ultimi anni per rafforzare patrimonialmente l’istituto.

La lezione del consolidamento mancato

Il messaggio che arriva dalla conferenza di Bank of America è chiaro: il consolidamento in Italia non è più la priorità di Unicredit. Dopo il caso Banco Bpm, l’ad ritiene che le condizioni per un’operazione di quel tipo siano difficili da ricreare. "Abbiamo imparato la lezione", ha ribadito, sottolineando come il gruppo abbia deciso di concentrarsi sulle leve interne.

La sottolineatura sull’"interferenza del governo" segna però un passaggio delicato nei rapporti tra banche e politica. Il tema del consolidamento resta sul tavolo per il sistema bancario italiano, ma l’esperienza vissuta da Unicredit dimostra che non si tratta di un terreno neutro. Ogni ipotesi di aggregazione deve fare i conti con equilibri istituzionali e con la percezione di stabilità del sistema.

Il ruolo di Piazza Gae Aulenti
Da Milano, quartier generale della banca, arriva dunque un segnale di continuità e pragmatismo. Orcel punta a rafforzare l’identità di Unicredit come gruppo paneuropeo con solide radici in Italia, dove si concentra quasi la metà del business complessivo. La priorità è sostenere famiglie e imprese, migliorare la redditività e mantenere una disciplina rigorosa sul capitale.

La scelta di escludere l’M&A non significa chiudere ogni porta al futuro consolidamento, ma sposta l’orizzonte temporale. Per ora la direzione è quella di valorizzare l’esistente. "Accelerare" significa, nelle parole dell’ad, investire su tecnologia, sostenibilità e capacità di servire i clienti in modo sempre più efficiente, senza dipendere da operazioni straordinarie.

Uno scenario aperto
Il sistema bancario italiano continua a essere osservato con attenzione dagli investitori e dalle autorità, alla ricerca di maggiore solidità e competitività internazionale. Ma per Unicredit, almeno per il momento, il messaggio è netto. L’Italia resta il cuore del gruppo e sarà da qui che passerà la prossima fase di crescita, tutta interna e senza acquisizioni.

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