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Unicredit: Orcel incassa il sì al nuovo stipendio, in una sala entusiasta…ma deserta

- di: Redazione
 
Unicredit: Orcel incassa il sì al nuovo stipendio, in una sala entusiasta…ma deserta
C'è un fantasma che si aggira nei paludati e silenziosi corridoi di UniCredit, una entità misteriosa di cui si avverte la presenza, senza però avere certezze che esista davvero.

Un fantasma che non compare nemmeno nei comunicati ufficiali, non sappiamo se perché non si dia per certa l'esistenza o per pudore. Fatto sta che, sebbene non venga menzionato nel comunicato ufficiale redatto a conclusione dell'assemblea dei soci dell'Istituto, Andrea Orcel c'è, è vivo e lotta insieme a noi, ma di certo da domani lotterà con maggiore vigore sapendo di avere spuntato uno stipendiuccio da nulla, che sfiora i dieci milioni di euro all'anno.

Unicredit: Orcel incassa il sì al nuovo stipendio, in una sala entusiasta…ma deserta

Ora, una decisione del genere - che pure aveva sollevato qualche perplessità, in considerazione anche del delicato momento che attraversa il Paese, che da tre anni, come si usa dire, tira la cinghia - dovrebbe essere ufficializzata facendo nomi e cognomi e mettendo in evidenza soprattutto i numeri. Che nella vita normale sono tanto, ma, quando parliamo di una banca, sono tutto. Ed invece di numeri ce ne sono, ma, per dirla in parole semplici, sono scontati, mentre il salto (in su) della remunerazione dell'ad passa senza le cifre.

E restando in materia di numeri e cifre bisogna ricordare che questa assemblea si è svolta adottando la modalità ''deserto in sala'', approfittando della facoltà concessa per decreto del governo di tenerla in assenza degli azionisti, rappresentati da un ''designato'', chiamato a raccogliere eventuali domande. Un compito gravoso e imperfetto, poiché molti azionisti hanno visto l'assemblea tenuta in assenza come una deminutio della loro funzione e una ferita alla possibilità di difendere i propri interessi. Pur senza mai menzionarlo, Orcel ha fatto capolino quando, leggiamo dal comunicato ufficiale di UniCredit, l'Assemblea ''ha approvato, con il 69,10% del capitale sociale presente e avente diritto al voto, la Relazione sulla Politica 2023 di Gruppo in materia di remunerazione che definisce i principi e gli standard che UniCredit applica nel definire, implementare e monitorare le prassi, i piani e i programmi retributivi del Gruppo''.

Per la serie, chi doveva capire, ha capito.

Restano comunque da sottolineare le parole con le quali il presidente del Consiglio d'amministrazione, Pier Carlo Padoan, ha espresso con enorme soddisfazione e un evidente entusiasmo ''per il supporto degli azionisti per tutte le proposte sottoposte al loro voto e in particolare per la nuova politica sulla remunerazione che è stata concepita per raggiungere fondamentalmente due obbiettivi: in primo luogo, rafforzare la nostra cultura della performance e incentivare l'eccellenza, in secondo luogo, garantire un totale allineamento di interessi di lungo periodo tra management e azionisti. Riteniamo che questi principi siano i migliori possibili e che riflettano la nostra ambizione a essere un punto di riferimento per il nostro settore".

''Desideriamo anche manifestare la nostra gratitudine per gli azionisti che - ha aggiunto Padoan - hanno approfondito e compreso le proposte e che hanno attivamente partecipato alle attività di engagement''.

La cosa che forse più stona, alle orecchie degli azionisti cui non è stato concesso di partecipare all'assemblea, è leggere i toni trionfalistici di Padoan quando dice che ''ci fa particolarmente piacere notare che abbiamo avuto la più alta partecipazione assembleare da molti anni a questa parte e che la stragrande maggioranza dei voti positivi provenga da azionisti attivi di UniCredit che condividono la nostra visione di lungo termine".

Parole che probabilmente hanno rimbombato in una sala vuota e quindi entusiasta.
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