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Manovra, 3,5 miliardi alla Transizione 5.0. Zes ed edilizia tra correttivi, Ponte rimodulato senza tagli

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Manovra, 3,5 miliardi alla Transizione 5.0. Zes ed edilizia tra correttivi, Ponte rimodulato senza tagli
La legge di Bilancio entra nella fase più delicata del suo iter, con un aggiustamento finale delle poste di spesa che riflette le priorità economiche del Governo e i vincoli di finanza pubblica. Al centro della manovra ci sono 3,5 miliardi destinati al piano Transizione 5.0, interventi mirati per le Zone economiche speciali e misure di compensazione per il caro materiali nel settore edilizio, mentre sul versante infrastrutturale si profila una rimodulazione temporale delle risorse per il Ponte sullo Stretto, senza riduzioni dell’impegno complessivo.

Manovra, 3,5 miliardi alla Transizione 5.0. Zes ed edilizia tra correttivi, Ponte rimodulato senza tagli

Il rafforzamento di Transizione 5.0 rappresenta uno dei pilastri della manovra dal punto di vista industriale. Le risorse aggiuntive sono destinate a sostenere investimenti in digitalizzazione, automazione ed efficienza energetica, con l’obiettivo di rilanciare la produttività e accompagnare le imprese nella doppia transizione digitale e green.

Il capitolo, tuttavia, resta sotto osservazione per l’impatto sui saldi di bilancio e per le modalità di utilizzo degli incentivi, che richiedono tempi di attuazione certi per evitare effetti di trascinamento limitati. Il confronto politico si concentra anche sulla scelta delle coperture, in un contesto di margini ridotti e di pressione sulle finanze pubbliche.

Zes e Mezzogiorno, incentivi da calibrare

Accanto a Transizione 5.0, la manovra interviene sulle Zone economiche speciali, considerate uno strumento chiave per attrarre investimenti nel Mezzogiorno. Le modifiche in discussione puntano a rendere più efficaci i crediti d’imposta e a garantire continuità alle agevolazioni, evitando interruzioni che potrebbero frenare i piani delle imprese.

L’obiettivo dichiarato è rafforzare l’impatto degli incentivi in termini di occupazione e sviluppo territoriale, mantenendo al tempo stesso un controllo rigoroso della spesa.

Edilizia, correttivi contro il caro materiali

Sul fronte dell’edilizia, il Governo è intervenuto per mitigare gli effetti dell’aumento dei costi delle materie prime, che continuano a incidere sui cantieri pubblici e privati. Le misure previste mirano a ridurre il rischio di blocco dei lavori e di contenziosi, con riflessi diretti sulla realizzazione delle opere e sull’utilizzo delle risorse già stanziate.

Il comparto resta strategico anche in relazione agli investimenti infrastrutturali e al rispetto dei cronoprogrammi, in una fase in cui la capacità di spesa rappresenta un fattore cruciale.

Ponte sullo Stretto, profilo di spesa da riscrivere

Il dossier del Ponte sullo Stretto resta uno dei nodi più sensibili della manovra. Dalle Infrastrutture viene confermata la determinazione del ministro Matteo Salvini a procedere con l’opera, rivedendo però la scansione temporale degli stanziamenti a fronte del mancato avvio dei lavori nel 2025.

La dotazione complessiva rimane fissata a 13,5 miliardi di euro. Per il 2025 era prevista una spesa di 635 milioni, al netto dei 3,882 miliardi non annualizzati del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, dopo i 780 milioni già allocati per il 2024. La rimodulazione mira a riallineare il profilo di spesa alle tempistiche effettive dell’opera, evitando effetti distorsivi sui saldi annuali.

Coperture e tensioni politiche

La redistribuzione delle risorse ha acceso lo scontro con le opposizioni. Il Partito democratico contesta l’utilizzo dei fondi del Ponte come leva di copertura, sostenendo che le risorse dovrebbero essere indirizzate a infrastrutture considerate più urgenti per i territori di Sicilia e Calabria. La segretaria Elly Schlein parla di una manovra che scarica sugli investimenti le difficoltà di gestione di Transizione 5.0.

Il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, definisce «imbarazzante» la conduzione dell’operazione, mentre Movimento 5 Stelle e Italia viva criticano l’impianto complessivo della legge di Bilancio.

Iter rallentato e nodi procedurali


Sul piano parlamentare, i tempi restano compressi. Una nuova riunione della Conferenza dei capigruppo è chiamata a ridefinire il calendario, ma appare sempre più difficile un approdo in Aula a Palazzo Madama prima di lunedì.

L’emendamento governativo annunciato nei giorni scorsi dovrebbe essere depositato solo oggi, a causa della complessità dell’impianto delle coperture. Un ritardo che conferma le difficoltà di chiudere la manovra entro tempi ristretti, mantenendo al contempo l’equilibrio dei conti pubblici e la coerenza delle scelte di politica economica.

Equilibrio dei conti sotto osservazione

In controluce resta il tema della credibilità dei saldi e del rispetto delle regole europee. Le scelte su Transizione 5.0, infrastrutture e incentivi territoriali dovranno tradursi in una capacità di spesa effettiva e in un impatto misurabile sulla crescita, per evitare che la manovra si traduca in un mero spostamento di risorse senza effetti strutturali sull’economia.
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