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L’asse del Dragone e dell’Orso: Putin e Xi rinsaldano l’alleanza anti-egemonica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’asse del Dragone e dell’Orso: Putin e Xi rinsaldano l’alleanza anti-egemonica
Il colloquio tra Vladimir Putin e Xi Jinping, andato in scena nelle austere stanze del Cremlino, ha segnato un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’asse Mosca-Pechino. I due leader si sono detti “fianco a fianco contro le prepotenze egemoniche”, evocando una comunanza non solo politica ed economica, ma anche ideologica. Il vertice bilaterale, definito dai media cinesi e russi come “storico”, è servito a ribadire la volontà delle due potenze di agire come baluardi contro l’unilateralismo occidentale.

L’asse del Dragone e dell’Orso: Putin e Xi rinsaldano l’alleanza anti-egemonica

Durante la conferenza stampa congiunta, Putin ha adottato un tono rassicurante, sottolineando che l’alleanza russo-cinese “non è contro nessuno”, bensì “a beneficio dei popoli dei nostri Paesi”. Una frase studiata, utile a stemperare le tensioni internazionali ma che non cancella l’evidente riferimento agli Stati Uniti e ai Paesi NATO, percepiti come i veri destinatari dell’accordo strategico. Putin ha poi ribadito l’importanza della cooperazione energetica, militare e tecnologica, che si fa sempre più centrale nell’architettura della multipolarità auspicata da Mosca.

Xi: “Lavoreremo con la Russia per affrontare le sfide del mondo”

Xi Jinping, dal canto suo, ha parlato in termini netti: “La Cina lavorerà con la Russia per assumersi le responsabilità delle grandi potenze mondiali”. Secondo l’agenzia Associated Press, il presidente cinese ha definito le relazioni bilaterali “più sicure, stabili e resilienti”. Ha inoltre accusato l’Occidente di “un comportamento egemonico e prepotente”, riaffermando la posizione di Pechino come protagonista di un nuovo ordine mondiale alternativo a quello imposto dalle potenze storiche. Una visione in linea con la Belt and Road Initiative e con il crescente ruolo cinese nei dossier globali, dal Medio Oriente all’Africa.

Obiettivo comune: smarcarsi dal dominio occidentale

Il messaggio emerso dal vertice è chiaro: Russia e Cina puntano a costruire un’alleanza solida, capace di reggere all’isolamento e alle sanzioni imposte dalle potenze occidentali. Il rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali, l’incremento degli scambi in yuan e rubli e la cooperazione tecnologica nel campo dell’intelligenza artificiale sono strumenti strategici per affermare una “sovranità condivisa” fuori dai circuiti tradizionali dominati dal dollaro e dalle logiche NATO.

Lo spettro della guerra e il peso della diplomazia parallela

L’ombra dell’invasione dell’Ucraina resta però sullo sfondo. Anche se Xi si è finora mantenuto su una linea prudente, evitando condanne esplicite o appoggi diretti all’operazione militare speciale russa, la sua presenza a Mosca in un momento cruciale del conflitto rafforza l’idea di una diplomazia parallela, orientata a legittimare le ambizioni geopolitiche del Cremlino. Allo stesso tempo, la Cina appare consapevole del rischio di sanzioni secondarie e continua a calibrare il proprio ruolo con abilità strategica.

Un’alleanza sotto osservazione: il mondo prende nota


Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e i principali alleati occidentali osservano con attenzione l’evoluzione del legame sino-russo. L’avvicinamento tra Mosca e Pechino viene visto come una minaccia all’equilibrio globale, soprattutto in un momento in cui le tensioni in Ucraina, Medio Oriente e Mar Cinese Meridionale sembrano convergere in un quadro di instabilità crescente. La capacità dell’Occidente di rispondere politicamente, diplomaticamente ed economicamente a questa sfida determinerà il futuro assetto internazionale.


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