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Le richieste di Mosca per la pace: "Crimea e 4 regioni occupate sono russe, è un dato di fatto"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Le richieste di Mosca per la pace: 'Crimea e 4 regioni occupate sono russe, è un dato di fatto'

Il Cremlino ha riaffermato con determinazione la propria posizione riguardo alla Crimea e alle quattro regioni ucraine occupate – Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia – dichiarando che questi territori sono ormai parte integrante della Federazione Russa. Secondo Mosca, questo deve essere considerato un dato di fatto nei futuri negoziati di pace, senza possibilità di revisione.

Le richieste di Mosca per la pace: "Crimea e 4 regioni occupate sono russe, è un dato di fatto"

Questa dichiarazione rafforza la volontà della Russia di mantenere il controllo su queste aree, nonostante il mancato riconoscimento internazionale delle annessioni e le ripetute condanne da parte dell’Occidente. L'Unione Europea, gli Stati Uniti e le Nazioni Unite hanno più volte ribadito che l'invasione e l'annessione di queste regioni violano il diritto internazionale e che non vi sarà alcun riconoscimento ufficiale di queste acquisizioni territoriali.

L’arrivo dell’inviato Usa Witkoff a Mosca: un tentativo di riavvicinamento?
Nel frattempo, è stata confermata la visita a Mosca di Steve Witkoff, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Inizialmente incaricato di gestire questioni legate al Medio Oriente, Witkoff ha recentemente esteso il suo mandato per occuparsi anche del conflitto in Ucraina. La sua missione diplomatica è vista come un possibile tentativo di riaprire il dialogo tra le parti in guerra, in un momento in cui i rapporti tra Washington e Mosca rimangono particolarmente tesi.

Secondo alcune fonti diplomatiche, Witkoff avrebbe il compito di esplorare eventuali margini per avviare negoziati, ma la posizione di Mosca sulle regioni annesse potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile. Gli Stati Uniti, infatti, hanno sempre sostenuto l’integrità territoriale dell’Ucraina e continuano a fornire aiuti militari ed economici a Kiev, ritenendo inaccettabile qualsiasi cessione territoriale.

Le condizioni di Mosca per una tregua: richieste inaccettabili per Kiev
La Russia ha elencato una serie di condizioni che considera imprescindibili per poter avviare un serio negoziato di pace. Oltre alla richiesta di riconoscere la Crimea e le quattro regioni annesse come territorio russo, il Cremlino pretende che l’Ucraina rinunci definitivamente alla possibilità di entrare nella NATO, considerata da Mosca una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale. Inoltre, Mosca chiede che nessuna forza militare straniera sia presente sul suolo ucraino e che l’Ucraina si impegni a mantenere uno status di neutralità nel contesto geopolitico globale.

Queste condizioni sono state respinte in più occasioni dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha ribadito che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non possono essere oggetto di trattative. Per Kiev, qualsiasi ipotesi di negoziato dovrà necessariamente prevedere il ritiro delle forze russe dai territori occupati e il ripristino dei confini riconosciuti a livello internazionale.

Le reazioni della comunità internazionale e i dubbi sulla diplomazia
La comunità internazionale segue con estrema attenzione gli sviluppi della crisi ucraina e le eventuali prospettive di negoziato. Gli Stati Uniti e i paesi europei continuano a sostenere Kiev, mentre l'ONU ha ribadito più volte che non riconoscerà mai le annessioni russe.

Tuttavia, non tutti gli attori internazionali sono allineati. Alcuni paesi, tra cui Cina, India e Brasile, pur non riconoscendo ufficialmente le annessioni, hanno mantenuto un atteggiamento più neutrale e hanno spinto per una soluzione diplomatica del conflitto, senza prendere apertamente posizione contro Mosca.

Nel frattempo, gli esperti di geopolitica e sicurezza internazionale rimangono scettici sulla possibilità che questa fase diplomatica possa portare a risultati concreti. Se da un lato l’iniziativa statunitense con l’invio di Witkoff potrebbe rappresentare un primo segnale di apertura, dall’altro le richieste di Mosca restano troppo lontane dalle posizioni ucraine per poter sperare in un compromesso a breve termine.

Il conflitto in Ucraina appare quindi ancora lontano da una soluzione definitiva. La diplomazia cerca uno spiraglio per aprire una nuova fase di trattative, ma le posizioni in campo sembrano ancora troppo distanti per poter sperare in un accordo che possa mettere fine alla guerra.

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