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Vaccini mRNA anticancro: la svolta europea sui tumori solidi

- di: Marta Giannoni
 
Vaccini mRNA anticancro: la svolta europea sui tumori solidi
Da modelli Covid al melanoma: l’Europa accelera sui vaccini personalizzati contro i tumori solidi.
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Dall’emergenza pandemica a una rivoluzione terapeutica
Non è un’esagerazione dire che la pandemia da Covid 19 ha riscritto il futuro della medicina. In meno di due anni, l’umanità ha assistito alla nascita e alla diffusione globale dei vaccini a mRNA, capaci di rispondere con velocità senza precedenti a una crisi sanitaria planetaria. Ma oggi, fuori dall’emergenza, la vera rivoluzione silenziosa si sta compiendo nel campo dell’oncologia. Le stesse piattaforme biotecnologiche utilizzate per sviluppare i vaccini anti-Covid sono ora al centro di una nuova frontiera terapeutica: i vaccini mRNA personalizzati contro il cancro, in particolare contro i tumori solidi.
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Dalla Scozia parte la sperimentazione sui tumori gastro-esofagei
A dicembre 2024, nel Regno Unito, è stato raggiunto un traguardo storico: Jennifer Robertson, una donna scozzese con un carcinoma gastro-esofageo in stadio iniziale, è diventata la prima persona in Europa a ricevere un vaccino mRNA personalizzato contro il cancro. La terapia, sviluppata sulla base del profilo genetico specifico del suo tumore, è parte di una sperimentazione clinica avviata in diversi centri britannici, da Dundee a Oxford, da Manchester a Londra. Il trattamento prevede l’iniezione di più dosi di vaccino dopo l’intervento chirurgico e la chemioterapia, con l’obiettivo di attivare il sistema immunitario per individuare e distruggere eventuali cellule residue del tumore.
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Moderna e Merck guidano la corsa globale
A guidare questo cambiamento epocale sono due colossi della biotecnologia: Moderna e Merck. Il loro vaccino sperimentale, mRNA-4157/V940, è stato sviluppato per affrontare il melanoma in fase avanzata e ha già prodotto risultati clinici straordinari. In uno studio clinico di fase II (KEYNOTE-942), i ricercatori hanno osservato una riduzione del 44% del rischio di recidiva nei pazienti trattati con il vaccino in combinazione con un’immunoterapia standard (pembrolizumab), rispetto a chi riceveva solo l’immunoterapia. I dati, pubblicati nel 2023, hanno convinto l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ad assegnare al farmaco lo status di "designazione PRIME", riservato ai medicinali potenzialmente in grado di rispondere a bisogni medici insoddisfatti. Un riconoscimento che accelera l’iter di approvazione e punta a portare la terapia al letto del paziente in tempi più rapidi.
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Una pipeline oncologica in espansione
Il fronte dell’innovazione non si ferma al melanoma. Moderna ha avviato la sperimentazione di un altro vaccino mRNA, chiamato mRNA-4359, destinato a pazienti affetti da vari tipi di tumori solidi, tra cui polmone, rene e testa-collo. Questo farmaco, ancora in fase iniziale di sviluppo, mira a potenziare la risposta immunitaria contro specifiche proteine tumorali come PD-L1 e IDO1, responsabili della soppressione del sistema immunitario. I primi risultati, presentati al congresso dell’ESMO 2024 (European Society for Medical Oncology), indicano che la terapia è ben tollerata e ha stabilizzato la malattia in metà dei pazienti trattati, un risultato incoraggiante seppur preliminare.
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Il piano del Regno Unito: 10.000 pazienti entro il 2030
Il governo britannico ha deciso di puntare forte su questo filone, con un’iniziativa senza precedenti: la creazione del Cancer Vaccine Launch Pad, un’infrastruttura nazionale per la produzione, la genomica e la distribuzione dei vaccini oncologici. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: coinvolgere 10.000 pazienti in trial clinici entro il 2030. Come ha spiegato il dottor Lennard Lee dell’Ellison Institute di Oxford, “abbiamo imparato a costruire un manuale per addestrare le nostre guardie immunitarie. Ora possiamo farlo in modo rapido e personalizzato”. La forza di questo programma risiede nella capacità di utilizzare le informazioni genetiche del singolo paziente per progettare un vaccino unico, capace di istruire il sistema immunitario a riconoscere i cosiddetti neoantigeni – proteine prodotte solo dalle cellule tumorali e dunque perfette come bersaglio terapeutico.
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BioNTech, CureVac, Transgene: l’Europa gioca la sua partita
Anche il continente europeo si sta muovendo in modo deciso. La tedesca BioNTech, che con Pfizer ha firmato il vaccino Covid più distribuito al mondo, è oggi impegnata su più fronti oncologici. Il vaccino autogene cevumeran, sviluppato per il trattamento del tumore al pancreas, ha mostrato risultati promettenti in uno studio su pazienti operati: dopo 18 mesi, più della metà non aveva sviluppato recidive, un risultato notevole considerando l’aggressività di questo tipo di tumore. BioNTech ha anche rafforzato la propria capacità di ricerca acquisendo CureVac, con l’obiettivo dichiarato di diventare leader globale nell’RNA terapeutico.
Un altro protagonista è la biotech francese Transgene, che sta sviluppando il vaccino personalizzato TG4050, progettato per trattare i tumori della testa e del collo. Le sperimentazioni, ancora in fase iniziale, sono condotte in collaborazione con il Centre Léon Bérard e l’Università di Losanna.
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Una corsa contro il tempo… e contro le sfide
Ma nonostante l’entusiasmo, le sfide restano importanti. I vaccini mRNA contro il cancro sono ancora in fase sperimentale e i dati clinici, seppur promettenti, devono essere confermati su larga scala. La produzione di vaccini personalizzati richiede infrastrutture avanzate, tempi rapidi di sequenziamento genetico e piattaforme automatizzate di sintesi, elementi che finora sono stati messi alla prova solo in emergenza.
C’è poi la questione dei costi: trattamenti così sofisticati non saranno immediatamente accessibili a tutti e occorreranno nuovi modelli di rimborso sanitario per evitarne l’esclusività. Senza contare la necessità di una regolamentazione europea condivisa che accompagni l’innovazione senza ostacolarla.
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Siamo all’inizio di un nuovo ciclo terapeutico
La medicina sta attraversando una fase di riscrittura profonda. I vaccini mRNA, da strumento di emergenza, si stanno trasformando in terapie intelligenti e personalizzate, capaci di dialogare con il nostro sistema immunitario in modi mai visti prima. L’Europa, per una volta, non rincorre gli Stati Uniti, ma li affianca nella corsa. I prossimi due anni saranno decisivi per stabilire se questi farmaci potranno entrare nella pratica clinica quotidiana e per quali tipi di tumori.
Come ha dichiarato il prof. David Sarker, oncologo del King’s College di Londra, “questa è solo la prima fase, ma la risposta immunitaria che stiamo osservando ci dice che siamo sulla strada giusta”. Se il cammino proseguirà con successo, i vaccini mRNA anti-cancro potrebbero diventare la grande svolta terapeutica della nostra epoca, portando la medicina personalizzata da promessa a realtà concreta.

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