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Stati Uniti, segnali d’allarme dall’economia: industria in calo e lavoro in frenata

- di: Bruno Coletta
 
Stati Uniti, segnali d’allarme dall’economia: industria in calo e lavoro in frenata
Nel mese di marzo 2025 l’industria manifatturiera degli Stati Uniti ha registrato una contrazione, sollevando timori riguardo alla stabilità economica del paese. L’Indice ISM del settore manifatturiero è sceso a 49,0 punti, rispetto ai 50,3 di febbraio, indicando una diminuzione dell’attività produttiva. Un valore inferiore a 50 segnala una contrazione nel settore. 

Diminuzione delle offerte di lavoro

Parallelamente, il mercato del lavoro ha mostrato segnali di rallentamento. Secondo il Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS) del Bureau of Labor Statistics, le offerte di lavoro sono diminuite a 7,57 milioni a febbraio, rispetto ai 7,76 milioni del mese precedente. Questo calo è stato particolarmente evidente nei settori del commercio al dettaglio, delle attività finanziarie e dei servizi di alloggio e ristorazione.  

Preoccupazioni per una possibile recessione
Economisti e analisti esprimono crescente preoccupazione riguardo alla possibilità di una recessione imminente, attribuendo parte della responsabilità alle politiche commerciali dell’amministrazione Trump. Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, ha aumentato la probabilità di una recessione negli Stati Uniti al 40%, rispetto al precedente 15%, citando le tensioni commerciali come fattore chiave.  

Impatto delle tariffe sulle aziende

Le aziende manifatturiere stanno affrontando l’incertezza derivante dall’introduzione di nuove tariffe. Secondo l’Institute for Supply Management, l’indice dei prezzi pagati è salito a 69,4% a marzo, il livello più alto dal giugno 2022, indicando un aumento dei costi per le materie prime. Molte aziende stanno accumulando scorte in previsione di ulteriori aumenti tariffari, mentre altre stanno rivedendo al ribasso i piani di produzione.  

Reazioni internazionali alle politiche tariffarie
A livello internazionale, le politiche tariffarie statunitensi hanno suscitato reazioni contrastanti. Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha criticato i piani tariffari dell’amministrazione Trump, definendoli un atto di autolesionismo che potrebbe aumentare i costi per i consumatori americani senza apportare benefici significativi alle industrie locali. 

Salgono le preoccupazioni 
La combinazione di una contrazione nel settore manifatturiero, la diminuzione delle offerte di lavoro e l’incertezza legata alle politiche tariffarie solleva preoccupazioni significative riguardo alla salute economica degli Stati Uniti. Gli esperti avvertono che, se queste tendenze dovessero continuare, l’economia americana potrebbe affrontare una recessione nel prossimo futuro.

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