Finisce in tribunale il braccio di ferro tra black cabs di Londra e Uber, in palio 250 milioni di sterline

- di: David Lewis
 
Se c'è una dote che bisogna riconoscere ai sudditi di re Carlo III è la caparbietà o, per dare un'altra definizione di un tratto del carattere dei britannici, la testardaggine.
Perché, quando ci poniamo un obiettivo, in un modo o nell'altro ci dobbiamo arrivare.
Ne sa qualcosa Uber che, davanti ad un tribunale londinese, dovrà difendersi da una causa che contro la società di ride-hailing hanno intentato i tassisti di Londra, quelli che, con i loro black cabs, non forniscono solo un servizio essenziale per chi si muove nella capitale, ma sono diventati essi stessi un simbolo, un brand.

Finisce in tribunale il braccio di ferro tra black cabs di Londra e Uber

A promuovere l'azione non è uno sparuto gruppetto di irriducibili, ma ben undicimila tassisti londinesi, che, nella loro azione legale, accusano Uber di avere ingannato l'authority dei trasporti di Londra, la Transport for London, per ottenere una licenza per operare nella capitale, su come funziona la sua app.
Se l'azione legale dovesse andare a buon fine (cioè se i ricorrenti dovessero vincere), secondo degli esperti, la vittoria in tribunale si tradurrebbe in un risarcimento da circa 25.000 sterline per ciascuno dei tassisti.
Uber, come scontato, non ci sta, dicendo che l'oggetto della denuncia si basa su ''vecchie affermazioni'', peraltro ''completamente infondate", spiegando che l'azienda ''opera legalmente a Londra, è autorizzata da TfL ed è orgogliosa di servire milioni di passeggeri e autisti in tutta la capitale".

Sarà, ma, se fossimo in Uber e nel suo agguerrito pool di avvocati, qualche preoccupazione l'avremmo, anche perché, basandosi la class action sulle operazioni di Uber a Londra tra maggio 2012 e marzo 2018, bisogna pure considerare, in via in ipotesi, che qualcun altro potrebbe mettere nel mirino l'attività della società degli ultimi sei anni.
I ricorrenti, peraltro, accusano Uber di scorrettezza, accreditandola dell'intenzione di "acquisire illegalmente... affari con i conducenti di black cabs esistenti".
Quello di Londra non è il primo caso in cui Uber si vede costretta a respingere azioni legali.

Trasport for London nel 2017 ha rifiutato di rinnovare la licenza della società, accusandola di '' mancanza di responsabilità aziendale" con "implicazioni sulla sicurezza pubblica". Uber ha presentato ricorso con successo dopo che il rinnovo della licenza è stato nuovamente negato due anni dopo.
Nel 2022 è stata concessa una licenza di due anni e mezzo per operare a Londra. La scadenza è a fine settembre.
Il 2024 per Uber, almeno sul fronte delle controversie legali, non è che sia cominciato bene: ha infatti accettato di pagare 271,8 milioni di dollari australiani (177,7 milioni di dollari Usa) per risolvere una causa in Australia.

Ottomila proprietari e autisti di taxi e auto a noleggio avevano avviato una causa, sostenendo di avere perso entrate quando il gigante del trasporto passeggeri si era trasferito "aggressivamente" nel Paese. La Francia invece è stata ''benevola'' con Uber che, nello scorso dicembre, ha vinto una causa intentata contro di lei da 2.500 tassisti. Un tribunale commerciale di Parigi ha stabilito che Uber non ha commesso atti di concorrenza sleale.
Uber, fondata nel 2009, opera in circa 70 Paesi e più di 10.000 città in tutto il mondo.
Il Magazine
Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli