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Ucraina, tre anni di guerra e l'Europa tra illusioni e divisioni

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, tre anni di guerra e l'Europa tra illusioni e divisioni

Tre anni di guerra in Ucraina hanno messo a nudo le fragilità di un'Europa che ancora fatica a definirsi come attore politico autonomo. Mille giorni dopo l'invasione russa, l'Unione Europea continua a mostrarsi compatta nel sostegno a Kiev, ma sotto la superficie di questa unità apparente emergono chiaramente dubbi, incertezze e profonde divisioni interne.

Ucraina, tre anni di guerra e l'Europa tra illusioni e divisioni

L'Europa ha certamente fornito aiuti economici, militari e umanitari, ribadendo attraverso le parole di Ursula von der Leyen e Charles Michel la centralità della sovranità ucraina nel progetto europeo. Tuttavia, le recenti dinamiche all'ONU dimostrano chiaramente come il conflitto abbia oltrepassato la dimensione regionale, diventando un punto cruciale di scontro diplomatico globale. Al Consiglio di Sicurezza, la Russia continua a esercitare il suo potere di veto, paralizzando ogni possibile risoluzione contraria ai propri interessi. Contemporaneamente, l'ambiguità cinese, manifestata con astensioni strategiche, lascia aperti spiragli per nuove alleanze che rischiano di isolare ulteriormente l'Occidente.

L'Europa si trova dunque al bivio: da una parte l'impegno dichiarato di difendere la libertà di un popolo aggredito, dall'altra l'esigenza sempre più pressante di trovare una soluzione che ponga fine a un conflitto che pesa sempre di più sulle economie e le società europee. Le sanzioni imposte a Mosca, inizialmente compatte e incisive, oggi mostrano i loro limiti e creano fratture all'interno degli stessi paesi europei, alcuni dei quali dipendono ancora fortemente dalle risorse energetiche russe.

Ma non è soltanto una questione economica o energetica. È anche una battaglia che si combatte sui media e nella percezione pubblica. La guerra dell'informazione procede parallela a quella sul campo, con una propaganda che semplifica e distorce, polarizzando il dibattito e impedendo una vera comprensione delle dinamiche profonde del conflitto. La narrazione dominante tende a identificare i protagonisti in "buoni" e "cattivi", ignorando spesso le responsabilità, le omissioni e le strategie geopolitiche che hanno portato alla crisi.

La verità è che dopo tre anni, una soluzione diplomatica appare ancora lontana. Kiev non può accettare compromessi che ne mettano in discussione l'integrità territoriale, mentre Mosca non mostra alcuna intenzione di cedere sulle sue posizioni fondamentali. E intanto l'Europa, stretta tra queste due realtà, rischia di rimanere vittima delle proprie ambizioni geopolitiche e delle sue indecisioni strategiche.

La guerra in Ucraina non è solo una tragedia umanitaria o un conflitto regionale. È un banco di prova decisivo per l'Europa, chiamata finalmente a decidere se essere realmente protagonista della storia oppure restare ai margini, divisa e impotente di fronte agli eventi.

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